© Jenny Carboni
Vespri a San Vitale
Domus supra petram
Palestrina: costruzioni dello spirito
LiberaVox Ensemble
Carla Ferrari, Matelda Viola soprani
Ekaterina Vilpo, Antonello Dorigo contralti
Adriano Caroletti, Fabrizio Scipioni tenori
Giuliano Mazzini, Guido Vetere bassi
direttore Luigi Taglioni
Programma
Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594)
Sicut Cervus mottetto a 4 voci
da Motecta festorum totius anni cum Communi sanctorum quaternis vocibus Liber Secundus, 1604
Ave Maris Stella inno a 4-5voci
da Hymni totius anni, 1589
Quae est ista mottetto a 4 voci
da Motecta festorum… Liber Primus, 1564
Veni Creator Spiritus inno a 4-5 voci
da Hymni…, 1589
Stabat Mater mottetto a 8 voci post 1591, ed. 1876
Super Flumina Babylonis mottetto a 4 voci
da Motecta festorum …Liber Secundus, 1604
Tu es Petrus mottetto a 6 voci
da Motettorum Liber Secundus a 5-8vv., 1572
Magnificat vii toni a 5 voci
da Magnificat octo tonum quinis et senis vocibus Liber Tertius, 1591 ed. 1885
“Una casa costruita sopra la roccia”: tale è nel Vangelo la sapienza di chi basa la sua vita su un ascolto profondo e concreto della Parola divina. Sopra la roccia del Cristo è costruita la fede della Chiesa nella sua millenaria tradizione. Il meccanismo lento e sapiente di ogni costruzione umana si accorda con un’originale lettura della polifonia nei suoi sviluppi: la graduale stratificazione verticale delle linee vocali, è perfettamente paragonabile a una costruzione fatta non di mattoni ma di suoni e di linee vocali.
Nella scuola franco-burgundo-fiamminga si ha il progressivo raffinamento delle tecniche compositive nel canto a più voci, fino alla massima complicazione dell’ordito polifonico stigmatizzata dal Concilio di Trento. Un Rinascimento polifonico in cui generazioni di musicisti si muovono dal Nord Europa arrivando anche in Italia, dove tocca a Palestrina “condensare” le sue ricchezze
Allievo di Desprez e contemporaneo di Lasso, Palestrina riesce a realizzare una sorta di spirituale conciliazione tra gli intrecci verticali e la percezione orizzontale del canto. Il suono palestrininano è la splendida sintesi di tutto questo intenso periodo artistico, perché egli sa armonizzare la complessità della ricerca polifonica di stampo fiammingo con un sentire musicale basato sulla cantabilità, in sé intimamente “sacro” e contemporaneamente “umano”.