© Angelo Palmieri
Vespri a San Vitale
Ecce Maria
Ghirlanda di Mottetti sacri e Cantate
Ensemble Dolci Accenti
Michele Fracasso tenore
Daniele Cernuto viola da gamba e voce
Calogero Sportato tiorba
Programma
Giovanni Arigoni (1597-1675)
Bone Jesu
Alessandro Grandi (1586-1630)
O Intemerata
Francesco Severi (1595-1630)
Ecce Maria
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Salve regina
Giovanni Priuli (1575-1626)
Ave Dulcissima Maria
Giovanni Felice Sances (1600-1679)
Stabat mater
Claudio Monteverdi
Sancta Maria succurre miseris
Il titolo mariano di Nostra Signora di Costantinopoli assegnato a un edificio sacro è generalmente legato all’arrivo in Occidente di venerate immagini della Vergine portate da monaci in fuga da Bisanzio. Il Seicento barocco è ricchissimo di iconografie e musiche incentrate sulla figura della Beata Vergine. E ad esso si rifà l’idea lungo la quale si dipana questo concerto, coinvolgendo autori del periodo barocco legati in particolare con Venezia, crocevia di culture, inestricabile nodo artistico tra Oriente, Occidente e la figura di Maria.
Si tratta di una meditazione incentrata sulla figura della Vergine, come donna e madre. Donna che gli uomini adorano, intemerata e sancta, suavis e beatissima. Madre, che soffre e accetta le pungenti spine che la vita le riserva, il cui grembo ha portato colui che ci ha salvato. “Nel suo ritorno glorioso rimani, o Madre, al mio fianco, salvami dall’eterno abbandono”.