© Luca Concas
Vespri a San Vitale
Pulvis et umbra sumus
Palestrina: costruzioni dello spirito
Consorteria delle tenebre
Teodoro Baù viola da gamba soprano
Rosita Ippolito viola da gamba tenore
Marco Casonato viola da gamba bassa
Noelia Reverte Reche viola da gamba bassa
Programma
Carlo Gesualdo (1566-1613)
Moro lasso al mio duolo
Canzon francese del Principe
Giovanni Maria Trabaci (1575-1647)
Consonanze stravaganti
Carlo Gesualdo
Illumina faciem taum
Scipione Stella (1558-1622)
Partite sopra la Romanesca
Giovanni Maria Trabaci
Durezze e ligature
Carlo Gesualdo
Ave Regina
Paolo Baioni (1963)
Morbo Crudele Avea Rapito
Juan B. Cabanilles (1644-1712)
Jacaras
“Una casa costruita sopra la roccia”: tale è nel Vangelo la sapienza di chi basa la sua vita su un ascolto profondo e concreto della Parola divina. Sopra la roccia del Cristo è costruita la fede della Chiesa nella sua millenaria tradizione. Il meccanismo lento e sapiente di ogni costruzione umana si accorda con un’originale lettura della polifonia nei suoi sviluppi: la graduale stratificazione verticale delle linee vocali, è perfettamente paragonabile a una costruzione fatta non di mattoni ma di suoni e di linee vocali.
Nella scuola franco-burgundo-fiamminga si ha il progressivo raffinamento delle tecniche compositive nel canto a più voci, fino alla massima complicazione dell’ordito polifonico stigmatizzata dal Concilio di Trento. Un Rinascimento polifonico in cui generazioni di musicisti si muovono dal Nord Europa arrivando anche in Italia, dove tocca a Palestrina “condensare” le sue ricchezze Allievo di Desprez e contemporaneo di Lasso, Palestrina riesce a realizzare una sorta di spirituale conciliazione tra gli intrecci verticali e la percezione orizzontale del canto. Il suono palestrininano è la splendida sintesi di tutto questo intenso periodo artistico, perché egli sa armonizzare la complessità della ricerca polifonica di stampo fiammingo con un sentire musicale basato sulla cantabilità, in sé intimamente “sacro” e contemporaneamente “umano”.