© Jenny Carboni
Vespri a San Vitale
Stabat Mater
Girolamo Abos, nel cuore del Settecento napoletano
Coro delle Consorti dei Dipendenti del Ministero degli Affari Esteri
Kiev Baroque Consort
direttore Nancy Milesis Romano
Johanna Piszczorowics violino
Francesca Camagni violino
Rosita Ippolito viola da gamba
Nicola Lamon organo
Girolamo Abos (1715-1760)
Stabat Mater
I. Stabat Mater
II. Cujus Animam
III. Vidit suum
IV. Juxta crucem
V. Quando Corpus
VI. Amen
Oggi sconosciuto ai più, Girolamo Abos, attorno alla metà del Settecento, in quello straordinario centro musicale che era Napoli, era uno degli operisti più stimati e i suoi lavori teatrali riuscivano a imporsi anche al di là del panorama italiano, per arrivare fino ai palcoscenici londinesi.
Del resto, seppure nato a Malta il 16 novembre 1715, aveva appena dieci anni quando arrivò a Napoli: studia al Conservatorio di Sant’Onofrio con maestri quali Francesco Durante e Leonardo Leo. Nell’isola natia non tornerà più, debuttando nel 1742 con l’opera Le due zingare simili, una commedia giocosa cui seguirono, oltre ai titoli buffi, anche diversi lavori metastasiani (da Artaserse ad Adriano in Siria) rappresentati non solo a Napoli ma anche nei teatri di Venezia, Roma, Firenze, Ancona, Torino. Il vero successo arriva nel 1751 con il Tito Manlio e l’anno dopo con il Lucio Vero. Opere che riallestì al Teatro Italiano di Londra, dove dal 1756 si trovò a ricoprire l’importante ruolo di maestro al cembalo, prima di tornare a Napoli dove si era distinto come rinomato insegnante – tra i suoi allievi il più illustre è certamente Giovanni Paisiello – e dove morì nell’ottobre del 1760.
Oltre alle opere, numerosi i suoi lavori sacri, come questo Stabat mater a tre voci con strumenti composto nel 1750: influenzato dalla vocalità operistica, si distingue per l’eleganza melodica e per la trasparente purezza dell’armonia. Un piccolo tesoro da riscoprire.