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- Data di creazione 17 Maggio 2019
- Ultimo aggiornamento 17 Maggio 2019
Ravenna, 17 maggio 2019. Si è svolta stamane nel Palazzo Arcivescovile di Ravenna la presentazione dei “Vespri a San Vitale” l’appuntamento quotidiano di Ravenna Festival in programma dal 6 giugno al 14 luglio.
Sono intervenuti: S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni Arcivescovo di Ravenna–Cervia, Cristina Mazzavillani Muti Presidente Ravenna Festival, Antonio De Rosa Sovrintendente e Angelo Nicastro Co-direttore artistico Ravenna Festival.
In allegato la cartella stampa completa.
Ufficio stampa Ravenna Festival: tel. 0544 249237 – press@ravennafestival.org
Tutti i giorni dal 6 giugno al 14 luglio alle 19
Lo sguardo catturato dalla meraviglia dell’oro dei mosaici che vestono l’intera abside, i volti ieratici di santi e imperatori come sospesi nell’eterno; a terra le volute del “labirinto dell’anima”, incastonato nel pavimento del presbiterio: il cammino dei Vespri a San Vitale si dipana proprio lì, alle 19, all’ora che si frappone fra gli affanni quotidiani e il calare della notte, sfuggendo ai labirinti della routine grazie a quell’esperienza straordinaria che è la contemplazione della bellezza. Dal 6 giugno al 14 luglio, in collaborazione con l’Opera di Religione dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia e da quest’anno con il prestigioso patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, la XXX edizione di Ravenna Festival rinnova il quotidiano pellegrinaggio musicale nella Basilica di San Vitale, uno degli otto monumenti della città riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Trentotto concerti, diciannove differenti programmi (di cui 14 selezionati attraverso un bando internazionale), una visita al Refettorio di San Vitale, parte del Museo Nazionale, e il simbolico biglietto da 1 euro per scoprire un tesoro di musica, storia, arte e spiritualità nello scrigno della basilica.
La prima, e ormai storica, edizione del Festival aveva già eletto la Basilica di San Vitale fra i propri luoghi di concerto riservandole ogni anno appuntamenti unici e indimenticabili; nel suo trentennale torna a visitare la più amata di tutte le basiliche di Ravenna con un programma dei Vespri particolarmente ricco e vario. Le oltre 100 proposte raccolte quest’anno attraverso il bando - provenienti da tutta Italia, ma anche da Spagna. Francia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Russia e Israele - accanto alla costante e ampia partecipazione del pubblico, testimoniano l’inesausta vitalità di un Festival che ha fatto del legame con il patrimonio della città una delle chiavi di volta della propria identità.
La rassegna si apre anche quest’anno con un’opera in forma di sacra rappresentazione: …e immediatamente diventai sapiente (6, 7, 9 e 10 giugno) varca la soglia dell’universo intellettuale e spirituale di Hildegard von Bingen, il cui pensiero - suggerisce Guido Barbieri, autore del testo su musica di Francesco Maria Paradiso - “è una cometa”, il cui nucleo incandescente è la fede ma la cui scia attraversa teatro e poesia, musica e filosofia, linguistica e scienze naturali. Caratterizzata dall’uso dell’elettronica e delle interazioni digitali (live electronics e regia del suono di Massimo Marchi) sia per i singoli personaggi che per le relazioni fra flauto solista (Federica Lotti), soprano (Pamela Lucciarini) e voce recitante (Emanuela Faraglia), si sviluppa a partire dall’episodio della dolorosissima separazione di Hildegard dall’allieva prediletta e figlia spirituale Richardis, per riflettere su una vita densa di avvenimenti interiori e pubblici, patimenti e visioni. “La preghiera, la dedizione all’osservazione, alla ricerca e allo studio, la profonda conoscenza di erbe e pietre come base terapeutica per guarire malattie e disagi, insieme ai canti sacri da lei composti celebrati dalle voci delle monache di cui Hildegard era badessa, i messaggi rivelati dalle visioni - elenca Federica Lotti, dalla cui idea è nato lo spettacolo coprodotto con il centro di ricerca e produzione musicale Agon e con il sostegno di SIAE-Classici di oggi - tutto è volto a sorreggere la viriditas, il principio vitalistico che per Hildegard percorre la vita nel suo movimento. E l’opus cordis, il lavoro del cuore che tutto amalgama e ricompone”.
Sabato 8 giugno appuntamento unico con Domus supra petram, il concerto del LiberaVox Ensemble, costituitosi nel 1990 a Roma e diretto da Luigi Taglioni. “Una casa costruita sopra la roccia” è la definizione del Vangelo di chi basa la propria vita sull’ascolto profondo della Parola divina: un titolo che ben si addice ad un programma dedicato a Giovanni Pierluigi da Palestrina e al suo stile polifonico, prodigiosa sintesi fra la complessità verticale della ricerca fiamminga e la percezione orizzontale della parola cantata, espressione di un sentire musicale intimamente “sacro” e contemporaneamente “umano”.
Salmi, la performance per live electronics di Maurizio Alfonsi in programma dall’11 al 13 giugno, può definirsi una nuova forma di improvvisazione, dove il compositore è anche esecutore che ricrea attraverso un irripetibile gesto creativo il fluire materico del suono a partire da un distillato di musiche preesistenti. Frammenti di canti gregoriani, beneventani, romano-antichi, milanesi vengono elaborati seguendo un flusso costante, in dialogo fra forme vocali arcaiche e concetti attuali. Fra gli “strumenti” di Alfonsi – già consulente musicale del Centro Ricerche Musicali di Roma come esperto in sistemi digitali per la sintesi e l’elaborazione numerica del suono in tempo reale – algoritmi, controller digitali, oltre a campioni audio prelevati da chiese e luoghi di culto.
Il 14 e 15 giugno protagonista Il Giardino delle Muse, duo di flauti dolci composto da Simone Erre, docente nei conservatori di Castelfranco Veneto e Pavia, e dalla sua allieva Benedetta Ferracin. Ave gloriosa mater esplora la musica sacra tra XII e XIII secolo. Monodia e polifonia, tecnica dell’improvvisazione e argomento mariano sono le linee lungo le quali si dipanano i brani scelti per questo concerto, tratti da raccolte quali le spagnole Cantigas de Santa Marìa o il Laudario di Cortona: caratteristica comune è il profondo senso di spiritualità e raccoglimento, esaltato dalla particolarità timbrica dei flauti dolci nelle diverse taglie.
Se domenica 16 giugno l’appuntamento delle 19 è con i Tallis Scholars a Sant’Apollinare Nuovo (parte del percorso di sette concerti “Le sacre ore del giorno” di cui è protagonista il celebre gruppo vocale inglese), si riparte da San Vitale il 17 e 18 giugno con Violoncello solo. Nata a Taiwan e allieva di Victor Spieller (a sua volta allievo di Rostropovicˇ), Jo-Chan Lin, diplomata anche al Conservatorio di Santa Cecilia, ha all’attivo concerti come solista e primo violoncello in Italia e all’estero. Delle sei suites di Bach per violoncello solo esegue le n. 1 in sol maggiore e la n. 4 in mi bemolle maggiore lunedì 17; la n. 2 in re minore e la n. 6 in re maggiore martedì 18, in un percorso che, con il concerto di Mauro Valli al Chiostro della Classense (4 luglio), completa l’intero ciclo, caposaldo della letteratura per violoncello che concentra, in uno strumento fino a Bach estraneo al concetto stesso di solismo, una straordinaria qualità e varietà di invenzione, di gioco, di poesia e al tempo stesso di infallibile razionalità.
Il 19 e 20 giugno nella penombra delle architetture antiche, il suono magico di un altro strumento solista, il sassofono di Dimitri Grechi Espinoza, sfrutterà l’unicità dell’acustica della basilica per creare armonie attraverso le risonanze naturali. Col progetto Oreb il musicista - nato a Mosca e capace di attraversare scene musicali lontanissime fra loro, da New York al Congo - ha inteso riscoprire il respiro profondo dei luoghi sacri di tutto il mondo per “contribuire a riportare la musica alla sua primitiva funzione di dialogo con il Sacro, nel quale superare differenze di credo, distanze culturali e incontrare così se stessi e gli altri”.
Dal 21 al 23 giugno un altro percorso mariano si dipana attraverso il Seicento barocco proponendo autori legati in particolare a Venezia. Ecce Maria: ghirlanda di Mottetti sacri e Cantate è una meditazione sulla figura della Vergine, donna e madre. A farsene guida l’Ensemble Dolci Accenti, composto da interpreti attivi sulla scena internazionale della musica antica: Michele Fracasso tenore, Daniele Cernuto viola da gamba e Calogero Sportato voce e tiorba.
La viola da gamba, strumento principe del rinascimento per la sua somiglianza alla voce umana, sarà protagonista dal 24 al 26 giugno di Pulvus et umbra sumus, dedicato a uno dei maggiori polifonisti del Cinquecento, Carlo Gesualdo da Venosa, precursore della musica moderna. Il quartetto di viole da gamba Consorteria delle Tenebre (Teodoro Baù, Rosita Ippolito, Marco Casonato, Noelia Reverte Reche) propone alcune delle sue più note composizioni accanto a pagine di autori coevi attivi nel territorio partenopeo, per concludere con una composizione del contemporaneo Paolo Baioni. Il consort è nato nel 2016 dall’incontro di musicisti di formazione internazionale specializzati nella prassi esecutiva antica e vanta collaborazioni con artisti quali il cornettista Andrea Inghisciano e Vinicio Capossela.
Seguono tre concerti unici: il primo giovedì 27 giugno, con Il canto greco-bizantino di Nektaria Karantzi (la sera successiva la cantante greca sarà al Chiostro della Biblioteca Classense per Tra Oriente e Occidente con il pianista Vassilis Tsabropoulos); il secondo venerdì 28 con il Coro Ludus Vocalis diretto da Stefano Sintoni in Cantar sacro: il Novecento, itinerario attraverso il poco conosciuto ma ricco panorama della musica sacra dalla seconda metà del XX secolo ai giorni nostri tra compositori italiani (tra cui anche la ravennate Greca Maria Greco) ed europei; il terzo sabato 29 con il Coro Ecce Novum guidato da Silvia Biasini e la Missa dolorosa di Antonio Caldara, scritta in onore dell’imperatore asburgico Carlo VI nel 1735, testimonianza dell’innato talento del compositore per il contrappunto e la sua potenza melodica-espressiva.
Il percorso dei Vespri continua il 30 giugno e 1 luglio sulle tracce del santo di Assisi, attraverso musiche del XIII secolo tratte dal Laudario di Cortona e dall’Ufficio Ritmico del francescano Giuliano da Spira. In Cantar Francesco le melodie sono contrappuntate con morbidezza sonora dal bandoneon di Daniele Di Bonaventura, musicista di levatura internazionale che spesso collabora con grandi nomi del jazz, che qui si unisce ad Armoniosoincanto, gruppo vocale di voci femminili alla ricerca di una purezza vocale il più possibile vicina ai canoni della musica medioevale e rinascimentale.
Il soprano Annalisa Ferrarini e l’arpista Carla They, entrambe forti di carriere che le hanno portate a esibirsi in prestigiosi teatri e festival, sono protagoniste del concerto del 2 luglio, Ave Maria: il duo passa in rassegna celebri pagine di alcuni degli autori più amati dal pubblico in un’autentica “colonna sonora” della più condivisa devozione mariana accanto a brani di più rara esecuzione; versi pii e al contempo eruditi che si dispiegano sulle note di Gounod, Schubert, Händel, Puccini, Saint-Saëns, Stradella, Durante e Caccini.
Ritorno al Seicento con I concerti spirituali di Alessandro Melani, che il 3 e 4 luglio propone l’Opera III del compositore pistoiese, dedicata nel 1682 al Gran Principe di Toscana Ferdinando de’ Medici. A quest’ultimo - grandioso mecenate e musicista, ispiratore di una delle più straordinarie stagioni musicali dell’epoca - allude anche il nome dell’ensemble I Musici del Gran Principe diretto da Samuele Lastrucci, creato proprio con l’obiettivo di offrire una nuova opportunità d’indagine del repertorio sacro e profano dell’ancien régime, con particolare attenzione al repertorio toscano legato alla dinastia medicea.
Dal 5 al 7 luglio il gruppo vocale Gocce d’Armonia si misura con un esercizio di stile: il programma di Echi riflessi si concentra su temi “riflessi” in musica da autori che vanno dal medioevo ai giorni nostri; al contempo esalta l’acustica della basilica sfruttando gli spazi di presbiterio e del matroneo in un gioco di echi fra le varie sezioni del coro. Mentre la prima parte del concerto è legata al tema eucaristico, la seconda si concentra sulla figura di Maria, per concludersi, in aderenza alla liturgia del Vespro, con il Magnificat di E_riks Eenvalds abbinato al Cantico di Simeone Nunc Dimittis.
Irmos, in greco, significa “tessitura, legatura”: un nome che sottolinea la vocazione dell’Irmos Ensemble (Margarita Swarczewskaja, Anna Tarca, Bayarma Rinchinova, Valeria Cecon) - creato in Friuli Venezia Giulia al confine con il mondo slavo - a intrecciare le tradizioni orientale e occidentale. Dall’8 al 10 luglio Melodie bizantine propone canti della chiesa ortodossa nelle espressioni di diverse tradizioni, da quella del periodo imperiale di Costantinopoli, a quella greca, fino alla serba-russa.
Giovedì 11 luglio appuntamento unico con Sacro contemporaneo e il soprano Giulia Zaniboni, che presenterà una serie di composizioni per voce sola di diversi autori contemporanei, da Gavin Bryars a John Cage, da Mauricio Kagel a Giacinto Scelsi fino a Nikolaus Brass, tutti accomunati dall’accostare il repertorio sacro, pur con percorsi affatto diversi, attraverso la ricerca di quella essenzialità formale che era propria delle origini della musica colta occidentale e che ha nella voce l’elemento primario e primordiale dell’esperienza sonora.
Venerdì 12 luglio i Vespri si spostano per un giorno al Refettorio di S. Vitale con Salotto Byron, omaggio al poeta inglese che a Ravenna arrivò nel 1819 - esattamente 200 anni fa - e vi rimase fino al 1821: il RaRe Duo (il mezzosoprano Valentina Vanini e il pianista Marco Santità) propone un itinerario di brani di Satie, Ravel, Brahms, Wolf, Schumann, scandito dalle letture dei testi di Byron, fra cui l’appassionata lettera alla ravennate Teresa Guiccioli e la poesia Le isole di Grecia, testimonianza del legame con quella terra dove avrebbe concluso la propria folgorante parabola poetica e umana.
Ultimi appuntamenti in rassegna il 13 e 14 luglio con l’Emblema Ensemble, quartetto d’archi (violini Davide Bizzarri e Davide Simonelli, Andrea Vezzoso viola e Claudia Bizzarri violoncello) che si accompagna alla chitarra di Giacomo Bigoni e al contralto Valentina Vanini, fedele alla propria vocazione di “intarsio” (emblema in latino richiama il mosaico) che unisce più strumenti, colori e repertori. Laudate Dominum in chordis - Lodate Dio con gli strumenti a corda - le corde appunto della chitarra, degli archi e della voce, al servizio di pagine di celebri autori barocchi quali Vivaldi, Boccherini, Pergolesi e Baldassarre Galuppi.
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