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- Data di creazione 3 Luglio 2019
- Ultimo aggiornamento 3 Luglio 2019
BACH IL GRANDE, GABRIELLI IL PRIMO: DUE UNIVERSI PARALLELI
Giovedì 4 luglio, alle 21.30, nel Chiostro della Biblioteca Classense Mauro Valli al violoncello
La ricerca storico-musicologica è una delle attività che molti musicisti portano avanti lontano dai riflettori e dal palcoscenico, ma che merita spazio e attenzione per l’importanza che riveste per l’evoluzione della prassi interpretativa e quindi del gusto del pubblico. Quello spazio e quell’attenzione che Ravenna Festival riserva per esempio a una singolare figura di solista e studioso che è Mauro Valli, “violoncellista e vinicoltore” come ama definirsi, protagonista giovedì 4 luglio alle 21.30 al Chiostro della Biblioteca Classense, di una serata intitolata Bach il grande, Gabrielli il primo, che indaga le possibili connessioni tra la scrittura per violoncello solo del compositore bolognese seicentesco Domenico Gabrielli e quella nientemeno che di Johann Sebastian Bach.
Vissuto nella seconda metà del Seicento, Domenico Gabrielli è conosciuto come “il Corelli del violoncello”, ma all’epoca era più affettuosamente chiamato “Mingâin dal viulunzel”. Ha lasciato varie pagine interessanti per violoncello solo, uno strumento solitamente non trattato come solista ma destinato o al basso continuo o a prendere parte a ensemble e orchestre. Tra queste i Ricercari che, secondo Mauro Valli, “sembrano e perlopiù suonano come dei bassi di sonata che accompagnano una ipotetica o mancante linea melodica”. Il ruolo dell’interprete diventa dunque fondamentale dato che la partitura dei Ricercari non è che “un canovaccio basato su un’essenziale e scarna struttura armonico-ritmica che va arricchita, completata, armonizzata, abbellita, resa efficace e gradevole”. E questo era il compito degli allievi di Gabrielli, a cui le pagine del compositore bolognese erano forse destinate, ma è più in generale il compito del musicista barocco, anche quando, come nelle Suite di Bach, le prescrizioni del compositore sono molto più precise.
Si sa che Johann Sebastian Bach conosceva molto bene lo stile italiano e quello francese, sebbene non si sia mai spostato dalla Germania, e che li abbia ampiamente sviluppati nella propria scrittura. Come Domenico Gabrielli, anche Bach manifestò un precoce interesse per il ruolo solista del violoncello, e Mauro Valli seguendo due indizi ipotizza un’ardita connessione tra i Ricercari del Corelli del violoncello e le Suite per violoncello solo di Bach: in primo luogo l’utilizzo delle stesse tonalità sia negli uni che nelle altre, in secondo luogo la presenza di musicisti bolognesi in Germania, come Giuseppe Torelli, che a Berlino ebbe modo di collaborare con il violoncellista che pochi anni dopo sarà a Köthen con Bach.
Mauro Valli si spinge anche a ipotizzare un possibile ritorno delle Suite per violoncello solo di Bach a Bologna, la cui esecuzione è facilitata dalla prescrizione, in particolare per la Quinta Suite, di una “scordatura”, cioè dell’abbassamento di un tono della prima corda “prassi correntemente adottata a Bologna probabilmente per l’eccessiva tensione e impraticabilità di un la tirato a 465 Hz”, essendo il diapason bolognese più alto di quello tedesco. Bach inoltre, aggiunge Valli, chiede “inequivocabilmente l’utilizzo di un violoncello ‘piccolo’ (così definito da lui stesso in molte delle sue Cantate) a cinque corde accordate per quinte: do-sol-re-la-mi”: circostanza questa particolarmente favorevole per Mauro Valli, già abituato ad alternarsi tra il suo violoncello Andrea Castagneri del 1740 e un violoncello piccolo a cinque corde costruito da Lucia Valli e Matias Herrera.
Mauro Valli è noto al pubblico ravennate per essere stato uno dei fondatori di Accademia Bizantina. Attualmente è primo violoncello e solista dei Barocchisti di Lugano e apprezzato studioso della prassi strumentale seicentesca, specie quella dedicata al suo strumento. Il progetto su Gabrielli e Bach, già disponibile nel cofanetto Bach in Bologna edito da Arcana, segue quello sulle Sinfonie a violino solo di Angelo Berardi, compositore seicentesco originario di Sant’Agata Feltria, proposto a Ravenna Festival nel 2011 con un ensemble nel quale Valli si cimentava nel violoncello piccolo a cinque corde. Valli suona inoltre un arpeggione, che si è costruito con l’aiuto dei liutai “di famiglia”: Lucia Valli e il cognato Matias Herrer.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti posto unico non numerato: 22 Euro (ridotto 20)
I giovani al festival: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari (under 30), 50% tariffe ridotte.