Intorno a Rossini
22 giugno – 23 luglio 1992
Tema del “Ravenna Festival” 1992 sarà “Intorno a Rossini”. Partendo dall’occasione celebrativa del bicentenario del Pesarese, infatti, il progetto elaborato dal Comitato Artistico presieduto da Cristina Muti, con la consulenza di Roman Vlad, si muove alla ricerca delle influenze rossiniane – ora marcate ed evidenti, ora sfumate e appena percettibili – sulla musica dell’Ottocento e del Novecento.
Gli spettacoli in cartellone· (23 complessivamente, tra il22 giugno ed il 21 luglio, con una preinaugurazione il 20 maggio al Palazzo Mauro De André) si articoleranno nei vari straordinari spazi del patrimonio ravennate, con i luoghi più propriamente deputati (il Teatro Alighieri, il Teatro della Rocca) affiancati dalle suggestioni magiche delle Basiliche paleocristiane, dei Chiostri Francescani, del Refettorio, dei Giardini e dei Chiostri di San Vitale, di Piazza San Francesco.
Al Teatro Alighieri si terranno le recite di “Poliuto” di Gaetano Donizetti, che verrà presentato per la prima volta nella recentissima edizione critica curata da Ashbrook e Parker per Casa Ricordi. Donizetti (assieme a Bellini) fu molto stimato da Rossini che lo aiutò non poco a conquistare onori a Parigi nel lungo periodo in cui resse le sorti del Theatre des Italiens (“Poliuto”, censurato a Napoli, diventerà allora “Les Martyrs” per essere presentato sulle scene d’oltralpe). La direzione d’orchestra della messa in scena ravennate coprodotta col Teatro Comunale di Bologna sarà di Gianandrea Gavazzeni; Pier Luigi Pizzi firmerà regia, scene e costumi.
La seconda opera in programma, prevista sempre al Teatro Alighieri, sarà “Il Matrimonio Segreto” di Domenico Cimarosa in un allestimento del Teatro dell’Opera di Colonia firmato da Michael Rampe, con la direzione d’orchestra di Gianluigi Gelmetti.
Rossini fu grande innanzitutto nell’opera buffa, ideale continuatore della grande tradizione italiana (e napoletana in particolare) dell’intero Settecento: è una celebrazione rossiniana, quindi, anche il capolavoro cimarosiano andato in scena, proprio nel febbraio 1792, pochi giorni prima della nascita del Pesarese.
Altro spettacolo in calendario sarà una creazione coreografica affidata a Micha Van Hoecke ed al suo Ballet Thèatre “L‘Ensemble” su una parti tura commissionata a Roberto Solci ed ispirata a musiche di Rossini o di influenza rossiniana (Respighi, Britten, Stravinskij), con la partecipazione dal vivo dello straordinario gruppo vocale degli Swingle Singers (quattro recite al Teatro Rossini di Lugo).
La serie dei concerti sinfonici rappresenterà, come del resto da due anni a questa parte, un elemento trainante della manifestazione: le presenze di Riccardo Muti (due concerti, uno con la Philadelphia Orchestra, l’altro con Wiener Philannoniker), di Georges Pretre (con l’Orchestra del Teatro Marinskij di San Pietroburgo), di Luciano Berlo e di Riccardo Chailly confermano l’altissima qualità della proposta che il Festival rivolge al suo pubblico sempre crescente.
A completare questo quadro di assoluta eccellenza verranno i recitals pianistici di Maurizio Pollini e Aldo Ciccolini. II nutrito programma prevederà, inoltre, l’esecuzione delle opere di Rossini composte durante i suoi soggiorni a Ravenna: le Sei Sonate a· quattro affidate a strumentisti di assoluto prestigio come Vincenzo Bolognese, Massimo Quarta, Rocco Filippini e Franco Petracchi; la cosiddetta “Messa di Ravenna” per soli, coro maschile ed orchestra e le due Sinfonie giovanili “Al conventello” e “obbligata a contrabbasso”.
Le tradizionali serate dantesche, affidate ad attori come Gigi Proietti e Valentina Cortese e a uomini di cultura come Attilio Bertolucci e Tonino Guerra, e concerti da camera completeranno il cartellone, la cui chiusura avverrà in un clima piuttosto particolare con un concerto di Franco Battiato che presenterà il suo “Come un cammello in una grondaia”, primo passo della “nuove avventure sonore” che il Ravenna Festival vuole indagare.