I pellegrinaggi della fede anno III. Verso Gerusalemme
20 giugno – 21 luglio 1999
Ravenna Festival 1999 conclude il ciclo delle tre edizioni dedicate a “I Pellegrinaggi della Fede” un viaggio spirituale e transculturale alla fine del secondo millennio in vista del Giubileo del 2000.
Gerusalemme, la città che sopra ogni altra esprime, impresso fin nelle sue pietre, il senso del divino, città per questo amata e contesa, amata e per questo paradossalmente insanguinata, città simbolo per le tre grandi religioni monoteiste, luogo affascinante di incontro e scontro di differenti culture, sarà tema e meta del Festival che si aprirà tra pochi giorni. Tema, perché attorno a Gerusalemme e a quanto essa rappresenta e ha significato nella storia, si snoderà l’articolato programma di eventi, concerti e spettacoli del Festival; meta perché, come già avvenuto nel ’97 e nel ’98 con i concerti di Sarajevo e Beirut, Ravenna Festival, continuando la tradizione dei “Ponti di amicizia” con città particolarmente travagliate nel difficile cammino verso la pace, porterà a Gerusalemme, meta per eccellenza di pellegrini, uno dei suoi concerti più significativi. Riccardo Muti, l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala, saranno protagonisti della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi eseguita a Gerusalemme giovedì 1 luglio in una delle cornici più affascinanti della città: la Piscina del Sultano. Il concerto sarà trasmesso in diretta radiofonica da Radio 3 ed in differita da RAI 1 che gli dedicherà il palinsesto dell’intera giornata con numerosi interventi speciali tra i quali spicca uno speciale de “Il Fatto” ed un’ intervista al Maestro Muti di Enzo Biagi che introdurrà la tramissione del concerto.
Ravenna Festival 1999 si aprirà domenica 20 giugno con Yerushalaim, ‘ir mehulalah, ovvero “Gerusalemme nel canto e nella preghiera ebraica”, che prevede la presenza di un folto gruppo di hazanim
(cantori solisti di sinagoga) tutti provenienti da Gerusalemme che esemplificano la “polifonia” di questa città dove convivono decine di diverse tradizioni e culture che rappresentano – anche vocalmente – il composito mondo della diaspora. Un pezzo “sonoro” di Gerusalemme – dunque – direttamente trasportato a Ravenna, per un evento estremamente significativo che ha pochissimi precedenti in Europa.
Seguirà, nell’arco della stessa giornata, al Palazzo Mauro de André, un doveroso omaggio a Richard Strauss nel cinquantenario dalla morte affidato a Lorin Maazel alla guida della Philharmonia Orchestra
di Londra che inaugura così la serie dei programmi sinfonici che, tratto ormai distintivo di Ravenna Festival, vedranno protagonisti alcuni fra i massimi direttori e le più celebri orchestre del mondo. Il 18
luglio l’Orchestra e il Coro Filarmonico della Scala diretti da Riccardo Muti presenteranno un programma che prevede Quattro pezzi sacri di Verdi e la Quinta Sinfonia di Beethoven. Valerij Gergiev con
l’Orchestra e il Coro del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo (16 luglio) eseguirà la la Seconda Sinfonia di Gustav Mahler, “Resurrezione”. Daniele Gatti, con l’Orchestra e il Coro del Teatro Comunale di
Bologna, presenterà (20 luglio) le musiche composte da Prokof’ev per un capolavoro del regista russo Sergej Ejzenstejn l’Aleksandr Nevskij, una sorta di omaggio ad una delle più sensazionali collaborazioni del ’900, nell’avvincente incontro tra la musica e quell’arte che forse più di ogni altra rappresenta il secolo che sta per concludersi.
Lo spazio ormai tradizionalmente riservato dal Ravenna Festival al cinema troverà in questo programma altri due momenti di grande interesse nei concerti monografici dedicati – rispettivamente – alle musiche scritte dalla compositrice greca Eleni Kairandrou (10 luglio) per il grande regista Theo Angelopoulos (che sarà presente a Ravenna) e da Goran Bregovic (14 luglio) per i film di Kusturica e Chéreau. I due concerti si innestano nella fitta rete di percorsi tracciati da “Luce d’Oriente”, sorta di viaggio sonoro immaginario nel tempo e nello spazio che da Ravenna (rappresentata dalla rievocazione sotto forma di ambientazione elettroacustica – immaginata espressamente dal compositore Luigi Ceccarelli per la basilica di San Vitale – di una liturgia ravennate dell’XI secolo) condurrà a Gerusalemme, passando per i Balcani, la Grecia, l’Iraq, l’Iran, il Pakistan, lo Yemen, il Libano, l’Egitto, il Maghreb e l’antica Al Andalus, esempio di antica ed illuminata civiltà dove pacificamente, secoli or sono, convivevano le culture e le fedi musulmana, cristiana ed ebraica.
A Goffredo Petrassi, in occasione del suo 95° compleanno, è dedicato il concerto dell’Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini” diretta da Patrick Fournillier il 2 luglio nella suggestiva cornice della Basilica di Sant’Apollinare in Classe; la Sinfonia di Salmi di Igor Stravinskij – autore particolarmente amato da Petrassi – seguirà il programma di musiche del grande compositore italiano. La nutrita presenza d’orchestre prevede inoltre la partecipazione dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia diretta da Myung-Whun Chung (24 giugno), con la partecipazione del grande violista Juri
Bashmet, che presenterà un programma dedicato a Brahms, Bartòk e Rimskij-Korsakov. Si conferma inoltre l’attenzione riservata dal Ravenna Festival ai giovani e alle esperienze formative in
campo musicale; gli allievi dei Corsi di Alta Formazione in Orchestra Sinfonica diretti da Julian Kovatchev (21 giugno) sono stati invitati a rendere omaggio a Chopin nel 150° anniversario della morte.
A loro si affiancherà una giovane ma già affermata pianista, Giorgia Tomassi.
Due sono le produzioni d’opera in programma al Teatro Alighieri: 5, 7, 9 luglio il Don Giovanni di Mozart e 13, 15, 17 luglio il Lohengrin di Wagner. Don Giovanni sarà coprodotto con la Staatsoper di Vienna per la direzione di Riccardo Muti, la regia di Roberto de Simone, con i Wiener Philarmoniker e il Coro della Wiener Staatsoper. Nel cast: Carlos Alvarez, Franz Josef-Selig, Mariella Devia, Michael Schade, Anna Caterina Antonacci, Ildebrando D’Arcangelo, Angelika Kirchschlager e Lorenzo Regazzo. L’Orchestra e il Coro del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo diretti da Valerij Gergiev presenteranno il Lohengrin coprodotto da Ravenna Festival e dal glorioso Teatro russo.
La Foresta Incantata di Francesco Geminiani, musica originalmente concepita per pantomima e ispirata alla “Gerusalemme liberata” del Tasso, sarà riproposta al Teatro Rossini di Lugo (12, 13, 14, 15 luglio) in forma coreografica in una creazione di Micha van Hoecke per Ravenna Festival che avrà come protagonisti l’ètoile Ygor Yebra, l’Ensemble di Micha van Hoecke e l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone.
Il tema di Gerusalemme affiora anche in altri tre appuntamenti della programmazione, dedicati alla musica “antica”: Livio Picotti, con la Capella Ducale Venetia in formazione vocale e strumentale, riproporrà a San Vitale (4 luglio) la Messa con musiche di Gabrieli, Croce, Merulo e Padovano eseguita il 21 ottobre 1571 a Venezia, nella Basilica di S. Marco, per celebrare la vittoria sui mori riportata nella battaglia di Lepanto; Roberta Cristoni e l’Ensemble Weltgesang proporranno in forma scenica a San Domenico (9 luglio) il frutto delle loro ricerche sulle musiche e i canti dei crociati in uno spettacolo prodotto per Ravenna Festival dal titolo Jerusalem. Cantata di pellegrini e crociati; ed infine il Coro dell’Associazione Polifonica “Adone Zecchi”, diretto da Bruno Zagni (11 luglio), con il Jephte di Giacomo Carissimi.
Continua l’incontro e la collaborazione all’interno del Festival fra le formazioni da camera dei Wiener Philharmoniker e dell’Orchestra della Scala, impegnate assieme in due concerti. Il Wächter Trio dei
Wiener Philharmoniker ed il trio d’archi delle prime parti della Scala presenteranno (8 luglio) il Sestetto op. 18 in si bemolle maggiore di Brahms. Quattro primi fiati dei Wiener e della Scala eseguiranno la
Serenata in do minore per ottetto di fiati di Mozart (3 luglio). Il Maestro Riccardo Muti, che con le due Orchestre ha un rapporto privilegiato, si unirà in veste di pianista ai musicisti scaligeri e viennesi nel
Quintetto in si bem. magg. per flauto, oboe, clarinetto piccolo, clarinetto e pianoforte di Amilcare Ponchielli.
Per la prima volta a Ravenna si esibirà lo statunitense Kronos Quartet (23 giugno), da venticinque anni instancabile pioniere nella pratica del “crossover”, ovvero nella commistione dei linguaggi e dei generi all’insegna di un’attenzione assoluta alla contemporaneità meno “accademica” e più creativa; tra l’altro nel loro concerto ravennate – in esclusiva per l’Italia – proporranno brani del maggiore compositore di origine ebraica vivente, l’americano Steve Reich, e della compositrice di area islamica – Azerbajdzan – Franghiz Ali-Zadeh, oltre ad un omaggio al compositore russo Alfred Schnittke, recentemente scomparso (ed anch’egli di origine ebraica). Gli appuntamenti con la musica da camera comprendono l’Accademia Bizantina (22 giugno), diretta da Ottavio Dantone, con un programma dedicato ai due maestri del classicismo viennese Mozart e Haydn, e il Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini (29 giugno) – formazione tra le più accreditate in ambito internazionale nel repertorio barocco – che inserirà in un programma madrigalistico la composizione di Paolo Arcà commissionata dal Ravenna Festival con riferimento al rapporto con la cultura orientale.
Quest’anno il proficuo rapporto creativo che lega strettamente Ravenna Festival a Marco Martinelli e al suo Teatro delle Albe, coinvolgerà in una nuova produzione “Perché mai l’Uno io l’ho chiamato Due” il
Guédiawaye Théater, di recente costituitosi a Dakar, in seguito all’esperienza originata proprio da Ravenna Teatro (28, 29, 30 giugno).
La decima edizione di Ravenna Festival si concluderà, il 21 luglio, con un concerto dedicato a Lucio Battisti, recentemente scomparso. La serata sarà aperta da un omaggio poetico di Nevio Spadoni: Il mio canto libero. Sarà poi la liricità della tromba di uno dei più grandi jazzisti italiani (ma di fama sicuramente internazionale), Enrico Rava con il suo quartetto, a rievocare i temi – nell’ambito di un progetto speciale commissionato dal Festival – di una delle voci che più sono rimaste impresse nell’immaginario collettivo e nella memoria delle ultime generazioni. Rava cederà poi il palco al grande vocalist statunitense Bobby Mc Ferrin, che – in esclusiva per l’Italia – si esibirà in assoluta solitudine con la sua nuda voce. Anche in questo caso, analogamente alla partecipazione del Kronos Quartet e di Goran Bregovic, il Festival offre proposte artistiche innovative, all’insegna della contaminazione dei linguaggi (McFerrin, ad esempio, può spaziare con disinvoltura – ma in ogni caso con profonda consapevolezza culturale, senza facili eclettismi – da Mozart alla soul music, passando per il jazz) e dell’integrazione di pubblici diversi, con un’attenzione rivolta ai giovani ascoltatori, sempre più giustamente avidi di novità e di nuove esperienze di ascolto.