È stato per tanti anni la sua casa, punto fermo di un orizzonte culturale che ha saputo intessere con mano sapiente e generosa: Mario Salvagiani, protagonista da dietro le quinte della crescita di Ravenna nell’ambito dello spettacolo dal vivo, è “ritornato” al Teatro Alighieri – con la nuova illuminazione della facciata del Teatro e una targa alla memoria dedicata dal Comune e dal Festival. Entrambe sono state svelate domenica 13 dicembre, a un anno esatto di distanza dai funerali che hanno salutato l’Avvocato, nel corso di una giornata dedicata a quel Teatro – ora purtroppo chiuso al pubblico per la normativa in vigore – la cui riapertura nel ’67 è fra le lungimiranti imprese di cui Salvagiani fu artefice, accanto al recupero della Rocca Brancaleone, la nascita di Ravenna Teatro e della Cherubini, il concepimento di Ravenna Festival e della sua architettura istituzionale, la Fondazione Ravenna Manifestazioni, espressione “corale” della Città che ha tanto amato e che lo ricorda con riconoscenza. Nella stessa occasione il Prefetto di Ravenna Enrico Caterino ha anche presentato il restauro della meridiana e della lapide dedicata ai Caduti sminatori che si affacciano su piazza Garibaldi e, a seguire, il Sindaco di Ravenna Michele De Pascale ha svelato il busto di Dante collocato nel foyer del Teatro. Al termine di un momento musicale a porte chiuse, parte del calendario di prove di Riccardo Muti con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini su Le sette ultime parole di Cristo sulla croce di Haydn, cui hanno assistito i famigliari dell’Avvocato, è stato inaugurato il nuovo progetto di illuminazione donato da Quick Lighting: un messaggio di speranza per tutta Ravenna, nel ricordo di un uomo che ha infaticabilmente contribuito a portarne alla luce le grandi risorse culturali.
La Ravenna alle soglie degli anni Settanta era una città non ancora uscita dal trauma di un’industrializzazione in dissonanza con il secolare isolamento e alla ricerca di una crescita culturale che potesse corrispondere a quella economica. In quella immobilità culturale, la riapertura del Teatro Alighieri fu l’evento catalizzatore del ritorno a una vita teatrale e musicale degna di una città moderna. In qualità di Direttore del Teatro, incarico che avrebbe ricoperto per molti anni, Mario Salvagiani seppe conquistare all’Alighieri un ampio e fedele pubblico, per poi cimentarsi in molte altre imprese rivoluzionarie, non ultima la determinante iniziativa di coinvolgere Riccardo e Cristina Muti nella creazione di Ravenna Festival, realizzando nel contempo un sodalizio tra pubblico e privato attraverso la nascita della Fondazione Ravenna Manifestazioni, che continua a portare frutti di caratura nazionale e internazionale. Uomo radicato nella propria terra e raffinato intellettuale dotato di uno sguardo mobile e curioso, capace di spaziare sull’Europa e sul mondo ma anche schivo e discreto, l’Avvocato ha saputo dissodare un terreno che a molti sembrava duro e arido per fare di Ravenna una città vivace e ricettiva.
Di questo costante impegno e della capacità di puntare sulle nuove generazioni sono viva testimonianza i musicisti della Cherubini. E, proprio mentre Ravenna guarda al futuro dell’Orchestra – quella chiesa di San Romualdo nel complesso della Biblioteca Classense che sarà trasformata in auditorium – non ne dimentica le origini che tanto devono all’operato di Salvagiani, il quale ne è stato il primo Presidente fino alla scomparsa nel dicembre 2019. Per lui i Cherubini eseguiranno una composizione che esplora il mistero della morte e della sofferenza, ma anche della più autentica potenza espressiva della musica: “Le parole cedono il passo alla musica e l’ascoltatore interrompe il pensiero per affidarsi al sentimento del divino che scopre dentro di sé” spiega Riccardo Muti circa Le sette ultime parole di Cristo sulla croce che Franz Joseph Haydn scrisse su commissione di un canonico della cattedrale di Cadice, in Spagna, nel 1786. In questa meditazione musicale Haydn tralascia l’intonazione vocale e traduce in suono puro i passi evangelici.
Caro amico del compositore Gioachino Rossini fu invece Giovanni Zaffi-Gardella, ravennate classe 1815 la cui meridiana, collocata nel 1880 sul lato rivolto a sud di piazza Garibaldi, doveva consentire la regolazione dell’orologio pubblico. Questa era stata compromessa quando un uragano aveva inclinato la colonna di Piazza del Popolo, impedendo la lettura corretta della più antica meridiana che la colonna ospitava. Costruita secondo l’orario nazionale dell’epoca, basato sul meridiano di Roma e non sui fusi orari di oggi, la meridiana di piazza Garibaldi non può segnare l’ora corretta anche a causa della deformazione, o “spanciatura”, del marmo. Il restauro curato da Mario Arnaldi per Arte & Restauro ridà vita alla meridiana, animandola di nuovo della propria ombra grazie alla ricostruzione dello gnomone sulla base di uno schizzo contenuto nei carteggi di Zaffi-Gardella. Restituisce così un frammento di storia alla piazza adiacente il Teatro Alighieri, che nella stessa occasione accoglie finalmente anche un busto del Poeta di cui porta il nome. Il busto è una riproduzione in gesso del raffinato lavoro romantico dello scultore Vincenzo Vela; nel 1921, le analisi sulle ossa dantesche indussero l’antropologo Fabio Frassetto a dichiarare l’opera di Vela la migliore rappresentazione, al tempo stesso, delle sembianze e delle caratteristiche spirituali del Poeta. Parte del patrimonio dell’Istituzione Biblioteca Classense e già esposto al Museo Dantesco, il busto è stato collocato nel foyer di fronte al busto già presente di Angelo Mariani.
In attesa che anche Dante possa accogliere il ritorno del pubblico all’Alighieri, le luci si accendono sul Teatro. Quick Spa, azienda leader da oltre 35 anni nella produzione di accessoristica nautica e illuminotecnica, si è specializzata nell’illuminazione di alta qualità e completamente Made in Italy attraverso il ramo di business QuickLighting. Sponsor di Ravenna Festival, con cui ha già portato a compimento progetti importanti come l’illuminazione della facciata del Museo Classis nel 2019, Quick Lighting dona nuova luce al Teatro Alighieri con un progetto che parte da un meticoloso studio dell’edificio e dell’equilibrio fra luce naturale e artificiale per illuminarne fronte e pronao con sorgenti luminose che rispettano l’integrità del disegno architettonico e ne sottolineano la monumentalità. Allo scoccare della mezzanotte tutti gli apparecchi si spengono ad eccezione di quelli dell’avamportico, che rimane illuminato perché il Teatro splenda anche di notte.