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- Data di creazione 6 Luglio 2021
- Ultimo aggiornamento 6 Luglio 2021
IL TANGO SI FA OPERA TEATRALE: MARIA DE BUENOS AIRES NEL CENTENARIO DI PIAZZOLLA
Mercoledì 7 luglio, ore 21.30, alla Rocca Brancaleone la “operita” del compositore
A cent'anni dalla nascita di Astor Piazzolla, Ravenna Festival dedica il primo di una serie di omaggi al compositore e bandoneonista argentino con la nuova produzione di Maria de Buenos Aires, l'opera-tango che nel 1968 rivoluzionò i canoni della musica tradizionale argentina, in uno spettacolo che non ha mai avuto altri paragoni se non con se stesso. Per quest’inedito allestimento, in prima nazionale mercoledì 7 luglio alle 21.30 alla Rocca Brancaleone - con la regia di Carlos Branca, in coproduzione con il Teatro Comunale di Ferrara e con il patrocinio dell’Ambasciata argentina - il Festival ha coinvolto soggetti artistici della Regione: la MM Contemporary Dance Company di Reggio Emilia, guidata dal coreografo Michele Merola e coordinata dalla Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, e i musicisti dell'Orchestra Arcangelo Corelli diretti da Jacopo Rivani, con il bandoneonista solista Davide Vendramin). Il mezzosoprano Martina Belli sarà lo sfaccettato personaggio di Maria, bambina, adolescente, donna, cantante, prostituta e vittima di una metropoli spietata, che Piazzolla sentì il bisogno di sublimare in musica attraverso la lente del realismo magico e simbolico fornitagli dai versi del poeta uruguaiano Horacio Ferrer. Con lei il cantante di tango Ruben Peloni nel ruolo del Payador e l'attore Daniel Bonilla-Torres nei panni del Duende, lo spirito-narratore della vicenda. L’evento, possibile grazie al sostegno del Gruppo Sapir, è già sold-out ma sarà in streaming su ravennafestival.live. Grazie alla collaborazione con Lyri tutti potranno accedere ai sottotitoli: con l’app Lyri per gli spettatori alla Rocca e direttamente in video per gli spettatori da casa (italiano in diretta, a scelta italiano o spagnolo on demand).
Il ruolo di Astor Piazzolla nella storia della musica è ormai indiscutibile, perché fu capace di manipolare il repertorio popolare argentino forgiando un genere che prima non esisteva. La sua vita, cominciata cent'anni fa a Mar del Plata, si è nutrita di stimoli e linguaggi diversissimi, dal Lower East Side di Manhattan, dove iniziò a sviluppare il suo talento per il bandoneón (lo strumento che incarna lo spirito del Tango) fino alle orchestre argentine in cui era riconosciuto come assoluto virtuoso. Ma Piazzolla non si accontentò di replicare la tradizione. Lo dimostra un'opera atipica come Maria de Buenos Aires, che in sedici scene condensa passioni, misteri, malinconie e slanci di una città. Non è sbagliato sostenere che Maria sia la stessa Buenos Aires, come confermerà anche Milva, alla quale Piazzolla regalò la partitura, dedicandogliela.
“La storia di Maria – spiega il regista Carlos Branca – è una metafora. Le sue vicende raccontano gli anni della povertà, della speranza, dell’oppressione di uno stato dittatoriale e della temporanea rinascita di questa città. Ma chi è Maria? È una donna poco più che adolescente, che viene ammaliata e sedotta dal suono celestiale emesso da un bandoneon. Neanche il sacrificio della morte la libererà, perché sarà condannata a rinascere ogni notte dalla sua stessa ombra affinché ricominci, vergine, il ciclo infernale. Il maschio corruttore è rappresentato dal Bandoneon, strumento che nasce in Germania per accompagnare le cerimonie religiose. Visivamente si parte dall’idea della ‘gabbia’. C’è una città immaginaria sostenuta e allo stesso tempo ingabbiata da una struttura metallica. Nell’opera Maria è Donna, è tutte le Donne, madre di tutti gli uomini”. Ambientata nelle periferie di Buenos Aires – metropoli popolata di assassini, ladri e ubriaconi – Maria muore in un vortice di violenza e magia nera, ma il suo spirito continua a vagare sotto forma di spettro accanto alle due figure principali della storia, il Duende, spirito-folletto che funge da narratore, e il payador, il cantante folclorico che contrappunta la narrazione con le sue liriche. Nella seconda parte dell'opera Maria rinasce dando alla luce una bambina, una nuova sé stessa condannata all'eterno ritorno delle cose.
L'omaggio di Ravenna Festival ad Astor Piazzolla continuerà alla Rocca Brancaleone il 13 luglio con Romance del diablo, il concerto del sassofonista Marco Albonetti con l'Orchestra Filarmonica Italiana, e il 15 luglio con il Quinteto Piazzolla, che da oltre vent’anni porta nel mondo il nome del compositore argentino, suonandone gli arrangiamenti autografi e riscoprendo brani tratti dal suo sterminato catalogo.
Info: 0544 249244 – www.ravennafestival.org