Quartetto Klimt
Matteo Fossi pianoforte
Duccio Ceccanti violino
Edoardo Rosadini viola
Alice Gabbiani violoncello
Morton Feldman
Piano, Violin, Viola, Cello (1987)
Se esistono composizioni che possono produrre in noi le stesse sensazioni suscitate dalle grandi tele di Rothko, sono certamente quelle di Morton Feldman, tra i maggiori compositori statunitensi del secolo passato. La luminosa quanto ineffabile malinconia delle loro opere ci conduce in una dimensione spaziale e temporale in cui la parola “sacro” assume nuovo significato: un’esperienza assoluta, da cui uscire diversi e con una diversa consapevolezza. Piano, Violin, Viola, Cello, l’ultimo lavoro che Feldman portò a termine nel 1987, anno della sua scomparsa, si dilata in un tempo sospeso, nella contemplazione delle risonanze che nascono dalla ripetizione sottilmente variata di frammenti, di trame sonore, di patterns che in modo imprevedibile si ripetono o alternano in variazioni minime e mantenendosi inesorabilmente in pianissimo.