Scavato nel 1652, il lungo canale Panfilio, la cui darsena fronteggiava l’omonima porta cittadina, aveva l’imboccatura a scirocco di Ravenna, molto lontana e isolata. Questo luogo, denominato nuovo Porto Candiano, era protetto da “palade”, ma privo di qualsiasi elemento di difesa e di avvistamento. Si rese necessario costruire una nuova torre al posto di quella precedente denominata “Gaetana”, che in meno di mezzo secolo era stata sopravanzata dal continuo protrarsi della linea di costa. Tale opera fu promossa dal Cardinale Legato Savelli. Due anni dopo, alla fine dei lavori, alla sinistra della bocca portuale, troneggiava la bella torre alta 13 metri e larga alla base 13,20 metri, come scrive il Bernicoli.
Con un “breve” di Papa Clemente X del 5 dicembre 1671 ne ebbe l’investitura la famiglia Cavalli che ottenne in cambio dazi e regalie sui traffici portuali, oltre al titolo nobiliare di “Marchesi”. La costruzione ospitava una piccola guarnigione di fanti e cavalieri per vigilare sul litorale: la sua posizione sopraelevata consentiva di effettuare segnalazioni con bandiere e, di notte, con fuochi.
Il completamento della diversione del Ronco e del Montone e l’escavo del nuovo corso dei Fiumi Uniti, taglieranno l’idrovia, impedendo completamente l’attività portuale. La torre viene abbandonata e il porto Candiano s’interrisce rapidamente, la linea di riva viene rimodellata dalla nuova cuspide fociale che cancella tutti i segni della portualità tranne la torre dei Cavalli che resiste agli insulti del tempo. Le cronache ottocentesche la descrivono «mozza e solitaria, in misere condizioni fra la pineta e praterie abbandonate».
Oggi sono molti gli aspetti che rendono la “Torraccia” – dal 2007 proprietà, come i terreni circostanti, della Cooperativa C.A.B Ter.ra – un bene comune e da tutelare: la sua presenza nell’immediata periferia della città (lungo la via Marabina), già portatrice di memorie antichissime con gli scavi archeologici del porto di Classe, racconta le rapide trasformazioni di un territorio e del suo stretto rapporto con il mare. La Torraccia che si erge nella campagna racconta anche un intreccio di emozioni legate alla bellezza della natura circostante con la vicinissima pineta di Classe, alla tranquillità dei luoghi, alla presenza di una fauna avicola che ne stempera i silenzi e alla storicità del territorio ben testimoniata dalla ultramillenaria basilica di S. Apollinare in Classe, ultima vestigia dell’antica Civitas Classis, che si staglia all’orizzonte.
Spettacoli in questo luogo
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