© Luigi Tazzari
Rivoluzioni in musica
Controcanti
Dal fasto policorale di Giovanni Gabrieli al minimalismo ascetico di Arvo Pärt
Coro Costanzo Porta & Ensemble Cremona Antiqua
direttore Antonio Greco
musiche di Andrea e Giovanni Gabrieli, John Tavener, Arvo Pärt
Due scritture idiomatiche, due universi linguistici lontani ma entrambi capaci di incidere profondamente nell’ascoltatore: la policoralità veneziana e il tintinnabuli di Arvo Pärt. La prima nasce nell’architettura della Basilica di San Marco, con le sue cantorie contrapposte: praticata sistematicamente da Willaert, codificata da Zarlino e Vicentino, trova il proprio culmine in Andrea Gabrieli e, in special modo, nel nipote Giovanni, che piega l’antica pratica dei cori spezzati sempre più verso una moderna idea di concerto policorale. A tanta magniloquenza vocale e strumentale si contrappone l’essenzialità del compositore estone, maturata nello studio del repertorio medievale e rinascimentale. Per Arvo Pärt, “tintinnabuli è la regola per cui melodia e accompagnamento sono uno. Uno più uno uguale ad uno, non due. È questo il segreto di questa tecnica”.