Con la dedica a “Il rumore del tempo” la XXVIII edizione di Ravenna Festival (25 maggio-11 luglio), attraverso le suggestioni del romanzo di Julian Barnes su Šostakovič e della raccolta di prose brevi di Mandel’stam che condividono questo titolo, esplora il concetto di rivoluzioni e il rapporto fra artisti e potere nel centenario della Rivoluzione Russa. Il ricordo di questo formidabile evento storico offre l’occasione di un fil rouge che si dipana fra rivoluzioni musicali ed espressive, ma il Festival si arricchisce anche di una sezione dedicata a Dante, di concerti nelle basiliche bizantine e di un tributo all’India. Ancora una volta il Festival vanta la presenza di Riccardo Muti e della sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, coinvolti ne Le Vie dell’Amicizia, il progetto che celebra nel 2017 vent’anni di indimenticabili concerti dedicati alla fraternità fra i popoli in città segnate dalla storia. Accanto agli altri grandi appuntamenti di sinfonica (direttori quali Temirkanov, Bychkov e solisti come Giovanni Sollima e Anne-Sophie Mutter) e danza (con Olivier Dubois e il Ballet Nacional de Cuba…), importanti occasioni dove la musica incontra il grande cinema in bianco e nero. A novembre il Festival ritorna invece con una Trilogia d’Autunno (17-23 novembre) di opere “sull’orlo del ’900”: “Cavalleria rusticana”, “Pagliacci” e “Tosca”.
Della Rivoluzione d’Ottobre il Festival 2017 celebra le energie creative capaci di trasformare tutti i linguaggi artistici, senza dimenticare chi, come Sostakovicˇ, fu vittima del terrore stalinista. La sezione “russa”, dove spicca la prima italiana dell’opera futurista “Vittoria sul sole” di Aleksej Krucˇënych, con musiche di Matjusin e scene e costumi di Kazimir S. Malevicˇ, conta anche Yuri Temirkanov e Semyon Bychkov, rispettivamente sul podio della Filarmonica di San Pietroburgo e la Munich Philharmonic. Completano il calendario di sinfonica Leonard Slatkin, che conduce l’Orchestra National de Lyon con la straordinaria Anne-Sophie Mutter in un concerto che include un omaggio a Tarkovskij, Juraj Valcuha con l’Orchestra Nazionale RAI, solista David Fray, e l’appuntamento dedicato a Haydn con Giovanni Sollima e Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone. Il Passaggio in India si compone della tre giorni del Darbar Festival e del concerto di Anoushka Shankar, nonché delle coreografie di Shobana Jeyasingh; mentre per la sezione Musica e cinema saranno accompagnati da musica live – rispettivamente di Edison Studio, dell’Orlando Consort e dell’Orchestra Cherubini diretta da Timothy Brock – “Il gabinetto del Dottor Caligari” (1920) di R. Wiene, “La passion de Jeanne d’Arc” (1928) di C. T. Dreyer e “Gold Rush” (1925) di C. Chaplin. I due omaggi alle sonate per violino di Corelli, parte della rassegna Rivoluzioni in musica, e i tributi a Monteverdi nel 450° della nascita sono parte del ricco programma di concerti nelle preziose basiliche cittadine, che a vent’anni dal riconoscimento UNESCO di ben 8 monumenti paleocristiani e bizantini di Ravenna come patrimonio dell’umanità, il Festival continua ad “abitare”. Spiritualità, musica e mosaici si intrecciano con appuntamenti che vanno dal suono del nord protestante dei Cantores Minores diretti da Hannu Norjanen al Coro Ortodosso del Patriarcato di Mosca guidato da Anatolij Grindenko. Per 34 giorni “Inferno” di Marco Martinelli e Ermanna Montanari sarà invece il cuore della sezione “dantesca”, mentre anche quest’anno un doppio appuntamento quotidiano ci attende ai Chiostri Francescani, accanto alla Tomba di Dante, con l’omaggio al poeta delle 11 e a San Vitale con i Vespri delle 19.