A gennaio una delegazione del Festival è stata invitata a Teheran
Dal 1997, anno del primo storico concerto a Sarajevo, i passi di Ravenna Festival si intrecciano a quelli de “Le Vie dell’Amicizia”, pellegrinaggi laici che toccano città ferite, riallacciano antichi legami con luoghi che hanno fatto la storia, costruiscono ‘ponti di fratellanza’: sono lo spirito profondo della manifestazione, il culmine del suo progetto culturale, la sintesi più alta. A guidare questi viaggi, ambasciatore di cultura nel mondo, è da sempre Riccardo Muti alla guida di orchestre e cori che, nello spirito di fratellanza che anima il progetto e a testimonianza dell’universalità del linguaggio musicale, in ogni occasione accolgono tra le proprie fila musicisti della città meta del viaggio e danno vita ad appuntamenti indimenticabili in luoghi simbolo della storia antica e contemporanea come Beirut, Gerusalemme, Mosca, Erevan e Istanbul, New York, Il Cairo, Damasco, Nairobi, Redipuglia, fino all’ultimo a Tokyo in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’amicizia Italia-Giappone.
In occasione del ventennale dei viaggi dell’Amicizia lo sguardo potrebbe ora volgere nuovamente ad Oriente e il Festival approdare nell’antica Persia. Una delegazione del Festival è stata infatti invitata a Teheran dalla Fondazione Roudaki e dall’Istituto Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran di Roma, che dipende direttamente dal Ministero iraniano della Cultura e ha il compito di far conoscere la cultura iraniana e contribuire all’approfondimento dei legami di amicizia fra Italia e Iran. A gennaio la delegazione del Festival sarà accolta e guidata nei sopralluoghi e negli incontri dall’Ambasciatore d’Italia Mauro Conciatori e dall’attaché culturale Carlo Cereti.
E se, in occasione della visita a Roma dello scorso gennaio, prima destinazione europea del presidente della Repubblica Islamica d’Iran, Hassan Rohani ha definito “l’Italia porta per l’Europa”, da Ravenna - porta dischiusa sull’Oriente - potrebbe partire un viaggio capace di rinsaldare le relazioni con un Paese i cui legami storici con l’Italia sono di antica data e sembrano capaci di prevalere sulle ragioni della geografia. Da tempo l’Iran è infatti uno dei territori a cui il Festival ha guardato con grande attenzione, in attesa che maturassero le circostanze favorevoli a farne una nuova meta dei Viaggi dell’Amicizia.
La visita a Teheran del Festival arriva a meno di due anni dalla ricostituzione dell’Orchestra Sinfonica di Teheran, formazione i cui ottant’anni di storia hanno accompagnato le vicende del Paese e che ha collaborato con musicisti del calibro di Yehudi Menuhin e Isaac Stern. Nell’aprile 2015, l’Orchestra ha eseguito a Teheran la Nona di Beethoven: l’inno alla gioia e la standing ovation del pubblico sono le note promettenti con cui è stato salutato il ritorno sulla scena dell’Orchestra che, per Ravenna Festival, potrebbe unirsi all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e a musicisti delle principali orchestre italiane, nel migliore spirito de Le Vie dell’Amicizia.