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- Data di creazione 8 Giugno 2017
- Ultimo aggiornamento 8 Giugno 2017
Chiostro della Biblioteca Classense, venerdì 9 giugno ore 21.30
L’idea di rivoluzione che innerva il cartellone di Ravenna Festival 2017 trova l’ennesima declinazione nel concerto che venerdì 9 giugno risuonerà attorno all’antico pozzo nel Chiostro della Biblioteca Classense (ore 21,30): protagonista lo Smith Quartet con un programma di composizioni di Gavin Bryars, Michael Nyman e Steve Martland. La formazione britannica - composta da Ian Humphries e Rick Koster ai violini, insieme a Nic Pendlebury alla viola e Deirdre Cooper al violoncello – è da quasi trent’anni instancabile protagonista della cosiddetta “new music” e da sempre fucina di nuove commissioni (finora ne conta almeno 200). Un gruppo che, oltre alle collaborazioni con i compositori più innovativi, affianca il lavoro con le più diverse realtà artistiche, non ultima la danza. Il giorno successivo infatti sulla sua performance musicale prenderà corpo la coreografia di Material Men redux firmata Shobana Jeyasingh.
Un programma molto “british”, nel segno di quella rivoluzione musicale irresistibile e sonoramente inaudita che a partire dalla “swinging” London degli anni Sessanta del secolo scorso ha contagiato il mondo intero. Un movimento e un periodo molto fecondi, appunto, per l’universo sonoro inglese, che dopo secoli affidati alla luce di astri stranieri (da Haendel a Clementi, per intenderci) ha ritrovato quella forza “autoctona” che mancava dai tempi di Purcell, recuperando il tempo perduto e ricostruendosi con una voracità onnivora e spugnosa una nuova identità musicale. Il crocevia anagrafico in cui si collocano gli autori proposti si colloca negli anni dopo la Seconda guerra mondiale: tutti nati in un decennio, tra il 1943 e il 1953, sono tra i maggiori e più originali esponenti di questa “avventura” che prende le mosse dalla strada tracciata da Britten – inevitabilmente lastricata di influenze derivanti dai vari Mahler, Debussy, Berg, Schönberg… - per poi intessere relazioni con le sperimentazioni più o meno dirompenti d’oltre oceano, tra di esse il cosiddetto “minimalismo”.
Ad aprire la serata il Quartetto n. 1 “Between the National and the Bristol” di Bryars, un’opera composta nel 1985, che trae il titolo dal nome di due alberghi viennesi e che nel trattamento timbrico delle parti risente dell’esperienza di contrabbassista del suo autore, in un gioco di accordature che intreccia armonici “naturali” e “artificiali”. Dal catalogo poi dei quartetti di Nyman, che in parte gli “Smith” hanno anche inciso, sarà proposto il Quartetto n. 1 “Let's not make a song and dance out of it”, del 2011, brano in cui il virtuosismo esasperato si cela dietro un’apparente semplicità, raggiungendo momenti di rarefazione luminosa attraverso atmosfere le più diverse, in bilico tra song e dance. Infine, il quartetto “Patrol” di Steve Martland (scomparso prematuramente nel 2013): pagina del 1992 in cui, come sempre, l’autore riesce a miscelare con energico furore tutto e il contrario di tutto, dal minimalismo ai ritmi jazz e rock, lasciandosi però andare a nuove suggestioni, che si intravedono nelle atmosfere rarefatte evocanti Arvo Pärt o in una certa espansività romantica.
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto (posto unico non numerato): 20 euro (18 ridotto).
I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 50% tariffa ridotta