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- Data di creazione 25 Giugno 2017
- Ultimo aggiornamento 25 Giugno 2017
Chiostro della Biblioteca Classense, lunedì 26 giugno ore 21.30
È da una delle più significative, e a suo modo rivoluzionarie, figure del Novecento che prende il nome il quartetto d’archi che sarà protagonista del concerto di lunedì 26 giugno (ore 21.30), al Chiostro della Biblioteca Classense: il filosofo, ma anche musicologo e compositore, Theodor Wiesengrund Adorno, punto di riferimento per tutta la riflessione sulla “nuova” musica del Novecento, ma anche su un nuovo approccio alla musica stessa. Si tratta, appunto del Quartetto Adorno che si esibirà in un programma che spazia da Ludwig van Beethoven a Claude Debussy e Anton Webern. Nato appena un paio di anni fa dall’incontro di Edoardo Zosi e Liù Pelliciari (violini), Benedetta Bucci (viola) e Danilo Squitieri (violoncello) - giovani musicisti di talento cresciuti in seno all’Accademia “Walter Stauffer” di Cremona, guidati da maestri come Salvatore Accardo, Bruno Giuranna e Rocco Filippini – il Quartetto è reduce dal successo al Premio Borciani, il prestigioso concorso internazionale per quartetto d’archi giunto alla undicesima edizione, dove si è aggiudicato tre premi: come terzo classificato, quello per la migliore esecuzione del brano contemporaneo, nonché quello del pubblico.
Il programma scelto per Ravenna festival si apre infatti con il secondo dei Quartetti che Beethoven compose nel 1806 su commissione e con dedica al Conte Rasumovsky: il Quartetto in mi minore op. 59 n. 2, una partitura che, come le altre due della stessa opera, testimonia l’inarrivabile potenzialità delle conquiste linguistiche maturate in quel periodo così fecondo - siamo nel cuore di un decennio in cui vedono la luce le sinfonie dalla Terza alla Sesta, ma anche il Concerto per violino, alcune delle massime sonate pianistiche, per non dire del “Fidelio”. Del resto, per un ensemble che ha deciso di intitolarsi ad Adorno – perché egli, spiegano, “in un’epoca di declino musicale e sociale, individuò nella musica da camera l’unica chiave di salvezza per perpetuare un rapporto vero degli individui nei confronti della musica, secondo i valori del rispetto e dell’anelito alla perfezione” - è inevitabile misurarsi con il genio di Bonn, allo studio del quale il filosofo dedicò tutta la vita: gli appunti-frammenti che compongono l’irrisolto libro che egli dedica appunto a Beethoven vanno dal 1934 a poco prima della morte, avvenuta nel 1969, nel tentativo di rendere linguisticamente le sensazioni musicali, piegando le parole alla complessità dell’ascolto.
La serata prosegue poi con un altro dei compositori di cui Adorno si occupò: Anton Webern di cui il Quartetto eseguirà i Cinque pezzi per quartetto d’archi op. 5. Un’opera del 1909 in cui l’autore lavora su piccoli motivi, singole note e suoni cangianti, resi attraverso molteplici tecniche esecutive: nel giro di poche battute, agli interpreti è chiesto di suonare con l’arco, col legno, sul ponticello, suoni armonici, tremoli, pizzicati, comprimendo con sintesi mirabile quelli che saranno gli stilemi e le tecniche del linguaggio musicale della prima metà del Novecento.
Infine, sarà la volta di Claude Debussy, con il suo Quartetto per archi in sol minore op. 10: quattro movimenti ricchi di ritmi inconsueti e intessuti di suoni esotici, che trascolorano l’uno nell’altro, sviluppandosi da un’unica cellula generatrice che torna e ritorna conferendo all’opera una forma ciclica, e che disorientò la critica e i primi ascoltatori. Non a caso Adorno, proprio a proposito di Debussy annota che “l’orecchio deve orientarsi diversamente per comprenderlo esattamente”.
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto (posto unico non numerato): 20 euro (18 ridotto).
I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 9 euro
Quartetto Adorno
Edoardo Zosi violino
Liù Pelliciari violino
Benedetta Bucci viola
Danilo Squitieri violoncello
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Quartetto per archi in mi minore op. 59 n. 2 “Razumovskij”
Anton Webern (1883-1945)
Cinque pezzi per quartetto d’archi op. 5
Claude Debussy (1862-1918)
Quartetto per archi in sol minore op. 10
in collaborazione con
European Chamber Music Academy - Scuola di Musica di Fiesole
Quartetto Adorno
Formatosi nel 2015, il Quartetto è composto da Edoardo Zosi, Liù Pelliciari, Benedetta Bucci e Danilo Squitieri. Cresciuti in seno all’Accademia “Walter Stauffer” di Cremona, hanno assimilato dai loro maestri (Salvatore Accardo, Bruno Giuranna e Rocco Filippini) la grande passione per la musica da camera. Il loro nome, Quartetto Adorno, è un omaggio al grande filosofo Theodor Wiesengrund Adorno che, in un’epoca di declino musicale e sociale, individuò nella musica da camera l’unica chiave di salvezza per perpetuare un rapporto vero degli individui nei confronti della musica, secondo i valori del rispetto e dell’anelito alla perfezione.
Attualmente frequentano il corso di perfezionamento di quartetto tenuto da Miguel Da Silva, Antonello Farulli e Andrea Nannoni alla Scuola di musica di Fiesole, fondata da Piero Farulli.
Nonostante si sia costituito da pochi anni, il Quartetto Adorno ha già tenuto concerti per importanti sedi concertistiche italiane come La Società dei Concerti di Milano, il Museo del violino di Cremona, EXPO Milano, Società Umanitaria di Milano, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Festival di Cervo, MITO Festival a Torino e Milano. Risale al 2016 il debutto nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano, dove il Quartetto si è esibito anche con il pianista Paul Badura-Skoda. Vincitori nel 2016 del Premio “Zweite Wiener Schule Preis”, per la miglior esecuzione di un quartetto appartenente alla seconda scuola di Vienna, hanno tenuto un concerto in diretta radiofonica per la ORF RadioKulturhaus di Vienna. Al Premio Borciani 2017, il Quartetto Adorno ha ottenuto il terzo premio (primo non assegnato), il premio speciale per la migliore esecuzione del brano contemporaneo e il premio del pubblico. Suonano i violini Carlo Bergonzi “Mischa Piastro” 1739 (gentilmente concesso dalla Fondazione Pro Canale di Milano) e Romeo Antoniazzi del 1912, la viola F.lli Guastalla del 1928 e il violoncello Giuseppe Sgarbi del 1880. Il Quartetto è attualmente residente presso la Società dei Concerti di Milano