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- Data di creazione 9 Ottobre 2021
- Ultimo aggiornamento 9 Ottobre 2021
PARADISO XXXIII: ELIO GERMANO E TEHO TEARDO RACCONTANO L’IRRACCONTABILE
Lunedì 11 ottobre, al Teatro Alighieri, la prima assoluta. Repliche 12 e 13 ottobre
Catturato dalla complessità, dalla dimensione infinita di Dante, dalla sua ansia e dalle sue inesauribili scoperte, Elio Germano ritorna sui luminosissimi versi del XXXIII canto del Paradiso, che a settembre 2020 aveva letto proprio a Ravenna per l’apertura delle celebrazioni del VII centenario, in presenza del Presidente Mattarella. Un anno dopo, con la complicità di un musicista-esploratore quale Teho Teardo, Germano chiude il cerchio perfetto del tributo al Poeta: lunedì 11 ottobre, alle 21, il Teatro Alighieri accoglie la prima di Paradiso XXXIII (repliche 12 e 13 ottobre), terza e ultima anta della Trilogia d’Autunno di Ravenna Festival, che ha commissionato questo nuovo lavoro. Sul terreno delle terzine dantesche germoglierà la musica inaudita e imprevedibile di Teho Teardo, compositore di un’avanguardia senza etichette, e l’immagine visionaria di poeti dello sguardo come Simone Ferrari e Lulu Helbæk, che sempre portano con sé una stilla della magia del Cirque du Soleil. L’appuntamento è reso possibile dal sostegno di Eni, partner principale del Festival.
Guarda il video di presentazione del progetto
La “commedia” dell’uomo, sospesa fra ambizione del divino e perdizione diabolica – così come è stata portata in scena nelle altre due produzioni di questa Trilogia, Dante Metànoia di e con Sergei Polunin e Faust rapsodia di Luca Micheletti – forse può trovare soluzione solo nella poesia, abbagliante, del Paradiso. L’ultima parte della terza cantica, quella che mise Dante di fronte al paradosso di dire l’indicibile e comunicare l’ineffabile, si fa spettacolo: Elio Germano e Teho Teardo sono la voce e la musica che ci avvicinano al mistero e ci accompagnano al cospetto dell’immensità, attraversando il Canto XXXIII parola per parola, ogni verso esaltato da immagini ed effetti speciali, “con la voglia di arricchire la materia con aspetti visivi e sonori che non siano solo la parafrasi del testo – ha dichiarato Germano – e che accentuino i contenuti in modo appariscente, condivisibile e circolare. Vogliamo tentare un ‘dispiegamento’, cioè provare a eliminare quelle pieghe che ci rendono difficile entrare fino in fondo nel canto, senza però dare nessuna 'spiegazione'. Il XXXIII del Paradiso rappresenta un viaggio in se stessi, è simbolico dell’esistenza, racconta l’arte in generale e i suoi limiti”.
“È il senso dell’esperienza che vogliamo offrire – ha sottolineato Teho Teardo - si tratta di favorire un allargamento della percezione. Sarebbe bello se dopo lo spettacolo potessimo ampliare il nostro dizionario visivo, percettivo e sonoro. Elio ci restituisce un Dante che parla fra gli uomini, un essere umano stupito dalle meccaniche divine, e la sua performance è molto connessa alla musica, al punto da farne un musicista. Ad esempio, sulla preghiera di San Bernardo abbiamo immaginato un dispositivo grazie al quale la voce di Elio si divide in tre voci con tre sonorità ben distinte. Dopo aver riletto il canto ho composto tutta la musica che poi ho riadattato via via incontrando le parole.”
“Come dice Elio non c’è bisogno di spiegazioni – spiega Simone Ferrari – Da un punto di vista semantico e drammaturgico c’è già tutto nel canto, si tratta di metterci la testa, gli occhi, le orecchie e farsi trasportare in un viaggio incredibile…quello che abbiamo provato a fare è accompagnare per mano lo spettatore in quel viaggio, consapevoli che ci confrontiamo con settecento anni di immaginario collettivo”. E, aggiunge Lulu Helbæk, “era importante poter rendere in maniera realistica la meccanica del viaggio, il disegno dello spazio che in Dante è sempre molto preciso. Abbiamo voluto tenere conto della geografia dell’universo che Dante traccia nel suo poema…e che noi ora disegniamo sul palcoscenico, perché il pubblico senta quando il Poeta si sta rivolgendo direttamente al suo lettore, quando viaggia a ritroso nella memoria, quando è invaso da una luce proveniente da un altro luogo”.
In scena anche Laura Bisceglia e Ambra Chiara Michelangeli, rispettivamente al violoncello e alla viola. Il disegno luci è di Pasquale Mari, mentre i contributi video sono firmati da Sergio Pappalettera e Marino Capitanio; Matteo Oioli cura il design delle scene.
L’evento è una coproduzione con Pierfrancesco Pisani per Infinito Produzioni e una cordata di teatri – la Fondazione Teatro della Toscana, il Franco Parenti di Milano, l’Abbado di Ferrara e il Galli di Rimini. La Trilogia d’Autunno di Ravenna Festival è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Camera di Commercio, della Regione Emilia Romagna e del Ministero della Cultura, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Info e prevendite 0544 249244 www.ravennafestival.org
Biglietti da 15 a 30 Euro, under 18 5 Euro