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- Data di creazione 10 Giugno 2018
- Ultimo aggiornamento 10 Giugno 2018
Martedì 12 giugno alle 21.30 alle Artificerie Almagià
Un’idea semplicissima: una composizione in tonalità di do maggiore ideata per un numero imprecisato di esecutori; 53 brevi frasi musicali che possono essere ripetute un numero arbitrario di volte, secondo alcune linee guida indicate dal compositore ma la cui applicazione finale spetta agli esecutori. In C di Terry Riley, uno dei più grandi capolavori del cosiddetto “minimalismo americano”, è in programma martedì 12 giugno alle Artificerie Almagià, alle 21.30, in una speciale versione a cura di Tempo Reale. L’esecuzione concertata da Francesco Canavese e Francesco Giomi vede il clarinettista Roberto Paci Dalò coordinarsi con studenti e docenti degli istituti musicali del territorio: l’Istituto Musicale “Giuseppe Verdi” di Ravenna, la Scuola Comunale “Giuseppe Sarti” di Faenza, l’Istituto Musicale “Angelo Masini” di Forlì e il Liceo Musicale Statale di Forlì. Tutti pronti a immergersi - attraverso l’apparente semplicità della composizione - in un universo sonoro poliedrico e cangiante dove “suonare insieme” diventa metafora di libertà e gioia di vivere.
Nell’anno in cui il Festival celebra lo straordinario contributo degli Stati Uniti alla musica come la conosciamo oggi, l’itinerario di eventi Nelle vene dell’America non poteva trascurare un ampio tributo al Minimalismo, invenzione totalmente americana. Compresa l’esecuzione di In C, che del Minimalismo può essere considerata l’opera manifesto (è stato composto nel 1963). Ai concertatori spetta la definizione del piano generale dell’esecuzione, secondo le indicazioni di Terry Riley: il compositore consiglia una durata totale dell’opera tra i 45 minuti e un’ora e mezza, suggerisce di ripetere i frammenti facendo attenzione al coordinamento complessivo del gruppo, senza rimanere troppo indietro nella serie dei frammenti da eseguire e senza correre troppo speditamente verso la fine, di fare particolare attenzione nelle dinamiche complessive dell’ensemble e di vivere con gioia le combinazioni poliritmiche che si generano nel corso dell’esecuzione. Quando i primi musicisti saranno arrivati all’ultimo frammento, lo dovranno ripetere finché non vi giungono tutti gli altri, poi dopo alcuni crescendi e diminuendo collettivi, gli esecutori cesseranno di suonare a loro piacimento.
Paul Williams, autore delle note di copertina nel disco Columbia Masterworks del 1968 in cui l’opera di Terry Riley era stata pubblicata, consiglia di lasciare In C accadere dentro ciascuno di noi, come si dovrebbe sempre fare quando si ascolta musica: “Non so di nessuno che, ascoltando musica, si metta a dimenare le orecchie. L’esperienza della musica non si compie tutta nelle orecchie. Se così fosse, potremmo occuparci solo del suono e delle sue permutazioni, escludendo tutto ciò che invece interessa i musicisti. Ma poiché così non è, dobbiamo renderci conto che ascoltiamo anche attraverso i ricordi, permettendo a ciò che sentiamo di scontrarsi e risuonare assieme ai modelli che già sono fissati nella nostra mente”, dunque prepararci a un ascolto collettivo che attiva anima e corpo, partecipando dell’esperienza di gruppo dei musicisti: “dobbiamo sapere che, in certa misura, ascoltiamo con il corpo, e reagiamo al ritmo della musica tentando di dar forma all’energia nervosa e all’energia emotiva che, chiuse in noi, aspettano di essere liberate; dobbiamo sapere che si ascolta soprattutto con l’anima, e che la musica agisce essenzialmente come una specie di matrice magica che, scivolando sui frammenti sparsi della nostra coscienza, può servire a ri-comporci, a renderci individui (e gruppi) indiscutibilmente ‘interi’”.
Fondato da Luciano Berio nel 1987, Tempo Reale è oggi uno dei principali punti di riferimento per la ricerca, la produzione e la formazione nel campo delle nuove tecnologie musicali. Oltre a eseguire le opere di Berio, collabora sia con compositori e artisti affermati sia con giovani musicisti all'ideazione di eventi musicali di grande spessore, prestando particolare attenzione all'elaborazione del suono dal vivo, alle esperienze di interazione tra suono e spazio, alla sinergia tra creatività, competenza scientifica, rigore esecutivo e didattico. I due maestri concertatori, Francesco Canavese e Francesco Giomi, si sono specializzati, in Tempo Reale, rispettivamente nel jazz e live electronics e in composizione e regia del suono. Entrambi inoltre hanno a cuore la didattica e il lavoro con i giovani musicisti: Canavese insegna Informatica Musicale al Conservatorio di Cuneo e Giomi insegna Composizione Musicale Elettroacustica al Conservatorio di Bologna. Roberto Paci Dalò è compositore e clarinettista, guida il gruppo Giardini Pensili e insegna nel corso di laurea in Design dell’Università di San Marino, dove ha fondato e dirige Usmaradio.
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto (posto unico non numerato): 12 (10 ridotto).
I giovani al festival: fino a 18 anni e universitari 5 euro
12 giugno - Artificerie Almagià ore 21.30
Nelle vene dell’America
Terry Riley
In C per ensemble
Versione speciale per Ravenna Festival a cura di Tempo Reale
Francesco Canavese e Francesco Giomi maestri concertatori
in collaborazione con Istituto Musicale “Giuseppe Verdi” di Ravenna, Scuola Comunale “Giuseppe Sarti” di Faenza, Istituto Musicale “Angelo Masini” di Forlì e Liceo Musicale Statale di Forlì
e con la partecipazione di Roberto Paci Dalò clarinetto
Alfred Frankenstein, critico del «San Francisco Chronicle», recensendo la prima esecuzione di In C al Tape Music Center il 4 novembre 1964, la definì “musica come nessun’altra sulla terra”. Se la parola d’ordine del minimalismo può essere ricondotta al fortunato motto di Mies van der Rohe, “Less is more”, certo In C ne compendia – fin dal titolo – la sobria e geometrica estetica, costruita su mezzi minimi, ripetizioni e lunghe durate con processi compositivi trasparenti e autoevidenti all’ascolto. Le due paginette che compongono la partitura hanno esercitato un’enorme e duratura influenza su oltre mezzo secolo di musica, da Steve Reich (che partecipò alla “prima” contribuendovi con l’introduzione dell’inesorabile pulsazione ritmica) e Philip Glass, agli Who, fino a dance e techno. Insomma, senza In C la musica che oggi conosciamo non sarebbe la stessa.