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- Data di creazione 23 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 23 Luglio 2020
BRUNORI SAS IN CONCERTO: UN PETTIROSSO SALVERÀ IL MONDO (O ALMENO LO FARÀ INNAMORARE)
Venerdì 24 luglio, alle 21.30 al Pavaglione di Lugo, il live in acustico del cantautore
È tempo di ricredersi: esistono ancora cantautori che hanno qualcosa da dire e tutti da emozionare. Dario Brunori, in arte Brunori Sas – società in accomandita semplice, l’impresa di famiglia – ne è la prova vivente: calabrese, di San Fili, tremila anime in provincia di Cosenza, si porta cucita addosso un’attitudine sarcastica ma anche poetica, disillusa eppure nostalgica, figlia della sua (a volte amara) terra. Venerdì 24 luglio, alle 21.30, Brunori Sas è live in acustico al Pavaglione, il primo di cinque appuntamenti a Lugo che coronano l’estate di Ravenna Festival, con Massimo Palermo alla batteria e Dario della Rossa alle tastiere. Apripista di una nuova generazione dell’indie-pop nostrano ed erede consapevole della tradizione cantautoriale, Brunori racconta di Cip!, quinto disco di una fortunata serie iniziata nel 2009: “c’è molto del mio modo di vivere la Calabria. Ci sono il silenzio, la natura, la montagna alle spalle, una montagna che puoi quasi sentirla respirare... è quel mondo immutabile, di impronta millenaria che ha contribuito a creare il tono di Cip!”. Un disco che ha già conquistato la Targa Tenco per il miglior album in assoluto, mentre la colonna sonora originale per il film Odio l’estate è stata premiata con il Nastro d’Argento. Il concerto, realizzato con il determinante contributo del Gruppo Hera, è già sold-out, ma sarà trasmesso in diretta streaming su ravennafestival.live.
Cancellato il tour estivo di fronte alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, Brunori Sas ha rilanciato – doppiamente. Da una parte si è subito schierato in prima linea per la tutela di quei lavoratori del mondo dello spettacolo che hanno più sofferto per la chiusura di teatri e auditorium in tutta la penisola tutti coloro che operano dietro le quinte spesso con impegni stagionali e intermittenti, ricordando attraverso i social che la musica è un bene di prima necessità che dà lavoro a molti. E ha destinato gli incassi delle vendite del merchandising a sostegno dei professionisti che collaborano ai suoi progetti e che l’annullamento dei concerti ha confinato a uno stato di incertezza. Dall’altra parte il cantautore è tornato in pista, appena possibile, con la genuinità e freschezza di appuntamenti acustici (a – perfetti per la sua poetica, dopo tutto, per una musica che mai pontifica e sempre osserva, pochi accordi e testi capaci di catturare le confusioni di una generazione precaria di lavoro e di sentimenti, in continua fuga dai luoghi e anche da se stessi.
“In questo disco però faccio pace con me stesso – rivela Brunori – Ho imparato ad accettare cose che prima faticavo ad accettare. È voglia di abbracciare gli altri, vitalità, desiderio di non soffrire. Non significa che mi vada bene tutto quel che vedo, ma sono consapevole che certe cose, anche se non rientrano nel mio modo di pensare, succedono. Stupirsene è un po’ infantile e soffrirne o farmi sequestrare da un’emozione negativa, una forma di masochismo e di perdita di tempo alla quale non voglio più piegarmi. Accettare che qualcosa che ho sempre reputato brutto accada significa capire anche che per ottenere il bello si deve passare per il brutto. Forse sono diventato semplicemente maturo o per essere più sinceri, vecchio”. Sulla copertina di Cip! c’è un pettirosso: l’onomatopea che è il titolo del disco sembra quasi suggerire che Brunori Sas al chiasso, alle urla, ai toni sopra le righe che spesso sono le forme della prevaricazione di fronte all’assenza di sostanza, preferirà sempre il cinguettio gentile, ma anche impertinente, di un pettirosso.
Dopo tutto ha già ampiamente dimostrato di appartenere a quel cantautorato intelligente eppure compassionevole, che osserva ma mai con distacco. Vola, insomma, leggero, regalando al pubblico l’emozione di quel colpo d’ala inaspettato che lo fa librare sopra la banalità. Il suo album di esordio, Vol. 1, è uscito nel 2009, seguito nel 2011 e 2014 rispettivamente da Vol. 2 – Poveri Cristi e Vol. 3 – Il cammino di Santiago in taxi, registrato in un convento di Belmonte Calabro, fino al penultimo disco, nel 2017, A casa tutto bene. Al crescente successo discografico Brunori combina sconfinamenti nel mondo del cinema (tra cui anche una nomination ai David di Donatello per la miglior canzone originale nel film L’ospite di Duccio Chiarini); del teatro, con tour a metà strada tra cabaret, teatro canzone e concerto; della televisione, con i cinque episodi del programma Brunori Sa in onda su Rai 3. E registra sold-out in club e teatri d’Italia, conquista dischi d’oro e riconoscimenti; fra gli altri, nel 2018, il Premio Amnesty International Italia per L’uomo nero come miglior brano per i diritti umani.
La presenza di Ravenna Festival al Pavaglione di Lugo, che abbraccia anche il programma 2020 di Lugocontemporanea, continua sabato 25 con Stefano Bollani, pianista-fantasista che questa volta mette le mani su nientedimeno che Jesus Christ Superstar, per restituirci le sue Piano Variations delle musiche di Lloyd Webber e Tim Rice. Le vittorie e i progressi della ricerca sono al centro di DNA, spettacolo multimediale che domenica 26 dà voce alla scienza, unendo la narrazione di un campione della divulgazione colta come Telmo Pievani alla musica dei Deproducers. Lunedì 27 luglio Valery Gergiev è di nuovo sul podio per l’ultimo appuntamento con la grande sinfonica di questa XXXI edizione del Festival; con il direttore russo l’Orchestra del Mariinsky, che celebra il ritorno alle scene internazionali con Rossini, Debussy, Mendelssohn-Bartholdy e Prokof’ev. Infine, il 30 luglio, Maria Grazia Cucinotta, Vittorio De Scalzi dei New Trolls e il sestetto Ànema rendono omaggio a Luis Bacalov, ripercorrendone Una vita da film attraverso le colonne sonore delle pellicole di Corbucci, Fellini, Pasolini...e ovviamente de “Il postino”.
Info: 0544 249244 – www.ravennafestival.org