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- Data di creazione 30 Marzo 2018
- Ultimo aggiornamento 30 Marzo 2018
Al Teatro Diego Fabbri l’omaggio a Battisti del 9 luglio e il concerto di Ute Lemper il 16 luglio
Due appuntamenti sotto il segno della canzone e song d’autore…con un tocco di jazz: il legame fra le città di Ravenna e Forlì si rinnova anche per l’edizione 2018 di Ravenna Festival con un omaggio a Lucio Battisti e con la magnifica voce di Ute Lemper, grazie alla collaborazione con l’Amministrazione Comunale e al determinante sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e Cariromagna. La voce crooner di Peppe Servillo, accompagnato da cinque jazzisti eccellenti, celebrerà il più intimo, lirico e personale dei cantautori italiani il 9 luglio, mentre il 16 luglio sarà Ute Lemper a cantare tutto il glamour e la rabbia del sogno americano in versi e note di Dylan, Porter, Waits, Bukowski.
L’hanno fatto con Modugno e l’hanno fatto con Celentano, l’anno scorso erano sempre a Forlì con tutte le donne di Faber; questa volta l’appassionato ripasso generazionale della musica italiana sceglie Lucio Battisti, le cui melodie indimenticabili hanno segnato tante stagioni degli italiani. Lunedì 9 luglio (ore 21) al Teatro Diego Fabbri, si comporrà un mosaico sonoro in venti canzoni, da Il mio canto libero a E penso a te, riversate in chiave jazz sfidando le tante sfumature musicali e i testi arditi. Le parole? Molto Mogol dei tempi d’oro, ma anche un po’ di Panella e della svolta intellettuale più enigmatica di Lucio. “Si corre il rischio di museificare certi grandi autori – nota Peppe Servillo – mentre è necessario riproporli, non solo per nostalgia e passatismo. Battisti era popolare e sofisticato, italiano e solitario, costruttore e inventore di una canzone che resta intimamente patrimonio di tutti: cantare nuovamente le sue canzoni significa rileggere una nostra storia minore e quotidiana che tanto ci suggerisce e commuove.” L’omaggio Pensieri e parole – nell’anno in cui ricorre il ventennale della scomparsa di Lucio – si avvale tanto del brillante ed eclettico frontman Servillo quanto del contributo virtuoso di cinque fra i migliori jazzisti in attività: sax e arrangiamenti (sapienti e coraggiosi al tempo stesso) di Javier Girotto, Fabrizio Bosso alla tromba, Furio Di Castri al contrabbasso, Rita Marcotulli e Mattia Barbieri rispettivamente al pianoforte e alla batteria. Il risultato è un percorso al crocevia fra improvvisazione jazz e mondo della canzone, con certi ritmi avvolgenti dal sapore latino, ma soprattutto l’emozione della grande musica.
Un’emozione che continua solo una settimana più tardi: lunedì 16 luglio (ore 21), sempre al Fabbri, va in scena l’America. L’America che si celebra e divora se stessa, che innalza eroi e li precipita: America compiaciuta e America sdegnata, nella voce raffinatissima di Ute Lemper, capace di viaggiare – andata e ritorno – dall’intrattenimento seducente di Hollywood e Broadway fino alla protesta, all’insofferenza e all’impegno politico che affiorano nelle canzoni di Tom Waits e Bob Dylan. Questi mondi, distanti eppure adiacenti, si incontrano in una personalità artistica già leggendaria, che dopo aver ridato vita alle eroine della canzone mitteleuropea si fa ora interprete delle contraddizioni del sogno americano con Glamour and Rage in America. Un sogno che questa XXIX edizione di Ravenna Festival – intitolata We Have a Dream – ricorda tanto nelle parole di Martin Luther King, di cui ricorrono i 50 anni dalla morte, quanto nell’esplorare nella sezione Nelle vene dell’America l’enorme contributo degli Stati Uniti alla musica come la conosciamo oggi. Nata a Munster, in Germania, Ute Lemper ha debuttato sulla scena del musical, ma la sua notevole versatilità l’ha guidata in una carriera straordinariamente varia: attrice di teatro e di cinema, cantante e ballerina, è universalmente applaudita per le interpretazioni delle canzoni del Cabaret di Berlino, delle opere di Kurt Weill, della chanson francese – con concerti da solista in tutto il mondo – e per le sue performance a Broadway e nel West End di Londra (ricevendo per altro un Olivier come attrice in un musical).
Quasi a festeggiare il decennale della collaborazione con la Città – la prima volta nel 2008 con Cats – il Festival sarà a Forlì anche il 6 ottobre per salutare con uno speciale concerto il completamento dei lavori di adeguamento acustico della Chiesa di San Giacomo. Protagonista l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, che – fondata da Riccardo Muti nel 2004 - accoglie giovani strumentisti italiani tutti sotto i 30 anni e si cimenta con una grande varietà di repertori e di teatri in Italia e nel mondo, affiancando all’attività con il suo fondatore collaborazioni con celebri artisti. Sul podio, in questo caso, Vladimir Ovodok, il giovane direttore bielorusso che, selezionato fra gli studenti della prima edizione dell’Italian Opera Academy di Muti nel 2015, ha diretto proprio la Cherubini nella Trilogia d’Autunno (Cavalleria rusticana, Pagliacci e Tosca) in scena al Teatro Alighieri nell’ambito di Ravenna Festival 2017.
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