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- Data di creazione 12 Luglio 2016
- Ultimo aggiornamento 12 Luglio 2016
Palazzo Mauro de Andrè, mercoledì 13 luglio ore 21
Il cerchio si chiude, come in un antico mandala, con l’ultimo, preziosissimo granello di sabbia colorata. E il cammino «sulla lunga strada per la libertà» di Ravenna Festival, che ha preso il via dall’omaggio a Nelson “Madiba” Mandela, arriva all’icona del pacifismo e della lotta per i diritti civili, alla folk-singer più celebre di tutti i tempi, Joan Baez. L’usignolo di Woodstock, come è stata definita dopo lo storico festival del 1969, sarà sul palcoscenico del Palazzo De André, mercoledì 13 luglio (ore 21.00) - accompagnata da Dirk Powell (fiddlle, banjo, mandolino, chitarra, fisarmonica e pianoforte) e Gabriel Harris (percussioni) - per una serata indimenticabile che offrirà l’occasione per ripercorrere la lunga carriera di una delle più grandi voci femminili di tutti i tempi.
Joan Chandos Báez, seconda di tre sorelle, nasce il 9 gennaio 1941 a Staten Island in una famiglia scozzese-messicana che da subito le fornisce l’humus per far crescere valori democratici e culturalmente impegnati. La madre, Joan Bridge, di Edimburgo, è docente di letteratura. Il padre Albert Vinicio è infatti un fisico con ideali profondamente pacifisti: rifiuta di partecipare al “Progetto Manhattan” che porta alla costruzione della bomba atomica e, durante la guerra fredda, rinuncia a importanti commesse per l’industria bellica; si impegna invece nell’assistenza sanitaria e nell’Unesco. Un incarico, quest’ultimo, che lo porta a spostarsi insieme alla famiglia dagli Stati Uniti all’Europa, fino al Medio Oriente, Iraq compreso. Anni dopo Joan scrive che il periodo vissuto a Baghdad le ha fatto capire molto sulle ingiustizie umane; e, dice ancora, pur ancora bambina, si è sentita vicina alla sofferenza di quella gente.
Inizia a suonare da giovanissima, affascinata dalle canzoni di Pete Seeger, che impara subito a cantare. Nella propria carriera, lunga cinquant’anni, riesce a passare dai temi della beat generation all’impegno per i diritti civili, diventando il simbolo di una generazione “in rivoluzione”. Qualche esempio? Nel 1965 canta l’inno pacifista “We Shall Overcome” e si unisce alla voce di Martin Luther King nella storica marcia per i diritti civili in Alabama; e l’anno dopo è al fianco di Cesar Chavez e dei contadini immigrati della California, nella loro lotta per ottenere migliori condizioni di lavoro e di vita. Poi la musica e l’attivismo politico diventano inseparabili per Joan Baez quando l’America comincia a parlare del Vietnam: “Where Have All the Flowers Gone?”, chiede Joan con la chitarra, gridando pubblicamente la propria obiezione alle spese di guerra. Icona, dunque, del pacifismo, e della lotta per i diritti civili, ha anche interpretato la canzone di Gianni Morandi, “C’era un ragazzo che come me…”, facendola conoscere al mondo intero. D’altra parte il suo primo atto di “disubbidienza civile” risale a quando ha 16 anni e, studentessa alla Palo Alto High School, rifiuta di uscire da scuola per un’esercitazione anti aerea. È l’anno in cui acquista la prima chitarra Gibson, per 50 dollari.
Centrale, nella vita e nella carriera artistica di Joan Baez, il profondo rapporto artistico e personale con Bob Dylan che si dipana in un breve ma intenso periodo degli anni Sessanta e che contribuisce ad aumentare e “raffinare” i temi di protesta e di richiesta di giustizia delle proprie composizioni. Non a caso nella canzone “To Bobby”, del 1972, lo implora direttamente a tornare all’attivismo politico. È lo stesso anno in cui si unisce a una delegazione pacifista che attraversa il Vietnam del Nord per sostenere i diritti umani e per consegnare la posta ai prigionieri di guerra americani. E mentre si trova ad Hanoi, la città viene investita dal cosiddetto “bombardamento di Natale”, che prosegue per undici giorni. Insomma, mezzo secolo canzoni e concerti che raccontano il mondo, sempre in prima linea per far circolare valori collettivi, in contro tendenza con il sogno a stelle e strisce che insegue il successo personale e il mito del consumismo. E tutto grazie a una voce straordinaria (ha un’estensione vocale di tre ottave) e una semplice chitarra. La sua musica è ancora oggi percorsa da quel vitale e gentile “We shall overcome” che ha saputo trasformare in una hit, in un successo contagioso: un inno che incoraggia ad alzarsi in piedi e a lottare per una società più giusta. Non a caso nel 2009 ne ha inciso anche alcune strofe in farsi, rilanciando la nuova versione della canzone su YouTube, per esprimere la propria solidarietà al popolo iraniano, che subiva le repressioni del regime durante le manifestazioni per le frodi elettorali di quell’anno. È, senza dubbio alcuno, una straordinaria folk-singer, ma la sua musica negli anni ha spaziato anche nel rock, pop, country e gospel. Autrice di molte delle proprie canzoni, ha interpretato anche brani degli amici e colleghi Woody Guthrie, Pete Seeger, Bob Dylan, dei Beatles e dei Rolling Stones; di Jackson Browne, Paul Simon, Stevie Wonder e molti altri.
Nominata Ambasciatore della Coscienza 2015 di Amnesty International (il principale riconoscimento che Amnesty riserva a coloro che hanno mostrato straordinario carisma nella lotta per i diritti umani, nella loro vita e nella loro carriera professionale un tributo a personalità straordinarie che usano il loro talento per sensibilizzare tantissime persone) Joan Baez ha risposto all’appello dell’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani, e di Roberto Saviano, per la campagna a favore dei diritti umani “Here’s to you”, - che richiama appunto la grande ballata che la stessa Baez ha scritto con Ennio Morricone per il film “Sacco e Vanzetti” - decidendo di cantare in questo tour anche quella sua celebre canzone e di ospitare negli ingressi dei teatri un desk di Amnesty.
“An evening with Joan Baez” il tour italiano che si apre a Ravenna Festival - dove il concerto è realizzato con il contributo di Coop Alleanza 3.0 - proseguirà il 14 luglio al Teatro del Vittoriale di Gardone Riviera, il 16 a Recanati, il 18 a Roma nella Cavea dell’Auditorium Parco della musica e il 19 a Bollate (Villa Arconati).
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: ingresso da 15 euro (ridotto 12) a 45 euro (ridotto 41)
Speciale giovani: 5 euro per under 14; under 18 anni e universitari 50% tariffe ridotte
In occasione del concerto di Joan Baez è attivo il servizio navetta straordinario e gratuito - dedicato al pubblico del Festival - che percorrerà 2 volte la tratta Stazione Ferroviaria – Palazzo M. De André con partenza da Piazza Farini alle ore 20,15 e 20,30. Al termine del concerto due corse riporteranno gli spettatori al capolinea.