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- Data di creazione 8 Luglio 2016
- Ultimo aggiornamento 8 Luglio 2016
Teatro Alighieri, venerdì 8 e sabato 9 luglio ore 21
Venerdì 8 luglio debutta in anteprima nazionale al Teatro Alighieri (replica il 9, sempre alle 21) nell’ambito di Ravenna Festival 2016 “HUMAN” il nuovo spettacolo di Marco Baliani e Lella Costa che sarà in tournée sui palcoscenici italiani nella stagione 2016/17 a partire dal Teatro Strehler di Milano. Scene e costumi sono di Antonio Marras, le musiche originali di Paolo Fresu con Gianluca Petrella. “Perchè si mettono in viaggio sapendo in partenza che forse moriranno? Per quel forse” in questa frase di Baliani e Costa la sintesi della riflessione a cui invita lo spettacolo. Testimonianze dirette, brandelli di vita vissuta, narrazioni tramandate da chi si è spostato da una riva all’altra di quel mare che dovrebbe unire, ma che si è trasformato in un baratro di sofferenza. Marco Baliani supera il proprio concetto di teatro civile e, insieme a Lella Costa, indaga la linea di confine che separa l’umano dal disumano. Il racconto, moltiplicato dalle voci di quattro giovani attori (David Marzi, Noemi Medas, Elisa Pistis e Luigi Pusceddu, selezionati nel corso di un workshop tenutosi a Cagliari), affronta il tema della migrazione, di uomini e donne in fuga da guerre e carestie, in cerca di salvezza. Quei ricordi si sovrappongono alle epopee classiche e diventano anch’essi mito. Senza rinunciare all’ironia, perché solo il teatro sa toccare nodi conflittuali terribili con la leggerezza del sorriso, la visionarietà delle immagini, l’irriducibilità della poesia.
Un lavoro - scritto da Baliani e Costa con la collaborazione alla drammaturgia di Ilenia Carrone - che si dipana tra attualità e mito: «D’armi io canto e dell’eroe che, primo, dalle coste di Troia venne all’Italia, profugo per suo destino». La prima ispirazione è stata l’Eneide, il poema di Virgilio che celebra la nascita dell’impero romano da un popolo di profughi: in una lectio magistralis tenuta nell’aula magna dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, Marco Baliani è partito dal mito per interrogarsi e interrogarci sul senso profondo del migrare.
Poi l’incontro con Lella Costa e la reminescenza di un altro mito, ancora più folgorante nella sua valenza simbolica e profetica: Ero e Leandro, i due amanti che vivevano sulle rive opposte dell’Ellesponto. Prende avvio così HUMAN, dal tema delle migrazioni e dalla volontà di raccontarne “l’odissea ribaltata”. Ma nel suo farsi vira, incalzato dagli eventi: al centro si pone lo spaesamento comune, quell’andare incerto di tutti quanti gli human beings in questo tempo fuori squadra.
All’interno del progetto teatrale Human Eni, main partner, si inserisce con un percorso di coinvolgimento attivo degli studenti delle scuole superiori di cinque delle città toccate dal tour. L’obiettivo è quello di innescare una riflessione tra le giovani generazioni sul tema dei diritti umani, della migrazione e della trasformazione del tessuto sociale, a partire da alcune parole chiave dello spettacolo, UMANO/FUGA/NOI/CONFINI/SGUARDO. Le riflessioni degli studenti daranno vita ad una videoinstallazione che accompagnerà lo spettacolo a Ravenna, Torino, Milano, Mestre e Livorno. Al termine del progetto, gli autori selezioneranno uno tra i racconti scritti dai ragazzi, che diventerà la sceneggiatura di un cortometraggio. A Ravenna è stato coinvolto il Liceo Scientifico Oriani e dalla penna di Francisca Orrego, Bruno Nery Fernandes, Ilaria Fabbrocino, Lorenzo Bottacini, Eugenia Mazzotti, Romin Smith e Letizia Giangiulio sono nati altrettanti pensieri, storie, e racconti di speranza, di vera umanità.
Partner del Festival per lo spettacolo in scena all’Alighieri l’Autorità Portuale di Ravenna.
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 15 a 35 euro.
‘I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 50% tariffe ridotte.
HUMAN
Il titolo lo abbiamo trovato, la parola HUMAN sbarrata da una linea nera che l’attraversa, come a significare la presenza dell’umano e al tempo stesso la sua possibile negazione.
Umano è il corpo nella sua integrità fisica e psichica, nella sua individualità.
Quando questa integrità viene soppressa, o annullata con la violenza, si precipita nel disumano.
Umani sono i sentimenti, le emozioni, le idee, le relazioni, i diritti.
Li abbiamo sognati eterni e universali: dobbiamo prendere atto - con dolore, con smarrimento - che non lo sono.
La storia del nostro novecento e ancora le vicende di questo primo millennio ci dicono che le intolleranze e le persecuzioni, individuali o di massa, nei confronti degli inermi e degli innocenti, continuano a perpetrarsi senza sosta.
Con la nostra ricerca teatrale vogliamo insinuarci in quella soglia in cui l’essere umano perde la sua connotazione universale, utilizzare le forme teatrali per indagare quanto sta accadendo in questi ultimi anni, sotto i nostri occhi, nella nostra Europa, intesa non solo come entità geografica, ma come sistema “occidentale” di valori e di idee: i muri che si alzano, i fondamentalismi che avanzano, gli attentati che sconvolgono le città, i profughi che cercano rifugio.
Ma se ci fermassimo qui sarebbe un altro esempio di cosiddetto teatro civile, e questo non ci basta: non vogliamo che lo spettatore se ne vada solo più consapevole e virtuosamente indignato o commosso.
Vogliamo spiazzarlo, inquietarlo, turbarlo, assediarlo di domande.
E insieme incantarlo e divertirlo, ché è il nostro mestiere.
E per riuscirci indagheremo teatralmente proprio quel segno di annullamento, quella linea che sancisce e recide: esplorare (e forse espugnare?) la soglia fatidica che separa l’umano dal disumano, confrontarci con le parole, svelare contraddizioni, luoghi comuni, impasse, scoperchiare conflitti, contraddizioni, ipocrisie, paure indicibili.
Vogliamo costruire un teatro spietatamente capace di andare a mettere il dito nella piaga, dove non si dovrebbe, dove sarebbe meglio lasciar correre. E andare a raggiungere i nervi scoperti della nostra cultura riguardo alla dicotomia umano/disumano.
Senza rinunciare all’ironia e perfino all’umorismo: perché forse solo il teatro sa toccare nodi conflittuali terribili con la leggerezza del sorriso, la visionarietà delle immagini, la forza della poesia.
Marco Baliani e Lella Costa
Le testimonianze dirette, i brandelli di vita vissuta, le narrazioni tramandate e quelle elaborate sui fatti contingenti; le riflessioni degli autori, i loro ripensamenti, gli approfondimenti, le citazioni in parole o immagini, fanno parte del diario di viaggio dello spettacolo pubblicato sul sito www.progettohuman.it che racconta e segue anche le azioni collaterali nate per arricchire di senso e sfumature la parola HUMAN:
- NOIS. Il TG dei Migranti per i Migranti è un notiziario web a carattere multietnico.
Promosso e realizzato da Sardegna Teatro e Ejatv, stato selezionato dal MIBACT nell’ambito del progetto MigrArti.
Il notiziario si articola come un vero e proprio programma di informazione con servizi che guardano particolarmente alla realtà sarda, ma anche con reportages che arrivano dai diversi paesi affacciati sul Mediterraneo. Ampio spazio è dedicato alle buone pratiche nate dal basso per rispondere al tema dell’integrazione tra i popoli e per illustrare il fenomeno migratorio degli ultimi anni verso il territorio italiano.
NOIS si configura come un contenitore dedicato ai migranti (ma non solo) in grado di divulgare notizie e informazioni utili per l’accesso ai servizi, la formazione e l’integrazione.
NOIS invita ad abbattere i pregiudizi che vivono intorno al tema dei migranti e lo fa in maniera attiva: l’approccio multiculturale, già a partire dalla conduzione del tg, è un modo per fare parlare un nuovo pezzo dell’Italia: in continua crescita ma spesso privo di possibilità di comunicazione in grado di arrivare alla società intera.
AREA PRESS | www.progettohuman.it/content/press-kit
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