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- Data di creazione 4 Luglio 2016
- Ultimo aggiornamento 4 Luglio 2016
Martedì 5 luglio ore 21.00
Il Teatro Alighieri, martedì 5 luglio ore 21, sarà la preziosa cornice dell’ultimo concerto di Riccardo Muti a Ravenna Festival 2016. In programma musiche di Mozart, Verdi e il fagotto virtuoso di Francesco Cappa. Si sa che per Riccardo Muti, come per gli studiosi ed i musicisti di tutto il mondo, la Biblioteca del Conservatorio napoletano di San Pietro a Majella è un inesauribile scrigno a cui attingere riscoprendo sempre nuove e dimenticate partiture da far rivivere e restituire al pubblico, ristabilendo quel “primato” musicale italiano che l’incuria culturale nazionale rischia di offuscare. E’ infatti negli scaffali di quell’istituto che ha trovato linfa il progetto di riscoperta della “Scuola napoletana” che per ben cinque anni ha visto, appunto grazie a Muti, la collaborazione di Ravenna festival con il Festival di Pentecoste di Salisburgo, con la messa in scena di capolavori dimenticati come, tra gli altri, “Il ritorno di Don Calandrino” di Cimarosa o “Il matrimonio inaspettato” di Paisiello o ancora “I due figaro” di Mercadante. Ed è sempre dal Conservatorio napoletano che arriva la partitura di Francesco Cappa, dal titolo più che mai esplicativo, “Fantasia per fagotto su vari pensieri del Trovatore del M° Giuseppe Verdi”, che sarà eseguita per la prima volta dal suo ritrovamento nell’ultimo dei tre concerti che Riccardo Muti riserva al Festival di Ravenna (tra l’altro gli unici in Italia nel 2016) questa volta al Teatro Alighieri, e ancora sul podio dell’Orchestra Cherubini.
Una pagina che, oltre ad aver attratto Muti per le sue intrinseche qualità – l’ha scoperta nell’ambito della mostra dedicata nel 2014 a “Verdi e Napoli” e allestita nella sala che l’istituzione partenopea gli ha intitolato, la “Sala Muti” -, testimonia della consuetudine ottocentesca di trarre dal repertorio operistico di maggior successo sempre nuove composizioni strumentali. Dello stesso Cappa, di cui in realtà si sa ben poco, giacciono infatti nella stessa biblioteca altre pagine ispirate a “Rigoletto” e a “I due Foscari”, tutte, come anche quella dedicata ai “pensieri del Trovatore”, composte sotto la “direzione del Cav. Saverio Mercadante” di cui certamente doveva essere allievo. Di certo si sa, però, che venne eseguita il 2 febbraio 1854 dal fagottista Filippo Acunzo. Ad interpretarla a Ravenna sarà invece un grande solista dei nostri tempi, David McGill, per 17 anni primo fagotto della Chicago Symphony Orchestra, a cui Muti affiderà anche uno dei capisaldi del repertorio fagottistico classico: il Concerto in si bemolle maggiore K 191 di Mozart, tipico concerto “galante” di straordinaria freschezza che al solista riserva momenti di impareggiabile virtuosismo. Ma di Mozart sarà anche l’opera posta in apertura di concerto, la scintillante ed euforica Sinfonia n. 35 in re maggiore K 385 “Haffner”, inizialmente pensata dal salisburghese come serenata, forma di cui conserva il brio e lo smagliante colore orchestrale.
Infine, ancora Verdi, non più attraverso “citazioni” o trascrizioni, ma nella pienezza del suo inconfondibile stile, con due pagine che riportano ai cosiddetti “anni di galera” ovvero a quel periodo di lavoro forsennato, alla ricerca del successo ma anche di quell’inconfondibile stile che maturerà di lì a poco: si tratta della Sinfonia dalla “Giovanna d’Arco” del 1845 e di quella da “La battaglia di Legnano”, l’opera venata di patriottismo eseguita nel 1849 al teatro Argentina di Roma, ma inizialmente pensata – e si torna alla trascrizione di Cappa – per il San Carlo di Napoli.
Il concerto è realizzato con il contributo di VENINI che, rinnova la parternship con Ravenna Festival a cui ha dedicato una collezione speciale: “BYZANTIUM”.
In un trionfo di Blu e Oro, la collezione è un omaggio al Festival e a Ravenna, la cui straordinaria ricchezza musiva è divenuta Patrimonio Mondiale. Il colore Blu, in una gradazione profonda e intensa, è una delle tonalità più ricorrenti e richiama la volta celeste simboleggiando un infinito cosmico emblema di pace e di eternità. Al Blu si mischia l'Oro che dona luce e impreziosisce le opere evocando la magia delle atmosfere mistiche create dalle tessere vetrose dei mosaici. La collezione è dominata dal Vaso Byzantium, una edizione speciale del Vaso Veronese: simbolo di Venini dal 1921.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 20 a 93 euro (ridotti 85)
‘I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 50% tariffe ridotte.
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Direttore Riccardo Muti
Fagotto David McGill
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sinfonia n. 35 in re maggiore “Haffner” K 385 (1782)
Concerto in si bemolle maggiore per fagotto e orchestra K 191 (1774)
Giuseppe Verdi (1813-1901)
Sinfonia da “Giovanna d’Arco” (1845)
Francesco Cappa (1823 ca - ?)
Fantasia per fagotto su varî pensieri del “Trovatore” del Mo Giuseppe Verdi (1854)
riportato alla luce sotto la direzione del M° Elsa Evangelista, Napoli, novembre 2015
prima esecuzione dal suo ritrovamento
Giuseppe Verdi
Sinfonia da “La battaglia di Legnano” (1849)
David McGill
Si è diplomato in musica nel 1985 presso il Curtis Institute of Music, dove ha studiato con Sol Schoenbach, John de Lancie e John Minsker. È stato primo fagotto di prestigiose orchestre come Chicago Symphony Orchestra (1997-2014), Cleveland Orchestra (1988-1997) e Toronto Symphony Orchestra (1985-1988), compagini con cui si è esibito anche come solista. E prima, già a diciassette anni, aveva ottenuto lo stesso incarico nell'orchestra della sua città natale, la Tulsa Philharmonic (1980-1981).
Risale al 2001 il Grammy Award come Miglior solista strumentale con orchestra, per l’incisione con la Chicago Symphony del Duet Concertino di Strauss per clarinetto, fagotto, orchestra d'archi e arpa, mentre il premio “George Gillet” alla Performance della International Double Reed Society gli è stato riconosciuto nel 1983.
McGill è stato anche primo fagotto dell’Orchestra Mondiale per la Pace, fondata nel 1995 da George Solti.
Tra le sue molte incisioni, si ricordano il Concerto per fagotto di Mozart con la Cleveland Orchestra, diretto da Christoph von Dohnanyi; la Sonata per fagotto e pianoforte di Saint-Saëns, con Peter Serkin al pianoforte, e il Trio per oboe, fagotto e pianoforte di Poulenc, con Alfred Genovese all'oboe e Peter Serkin al pianoforte. È comunque possibile ascoltare il suo fagotto nelle numerose incisioni delle orchestre di cui ha fatto parte.
Oltre alle orchestre già citate, come solista ha suonato con Annapolis Symphony, Oklahoma Symphony, poi con la Symphony New Brunswick e Orchestra London (Canada) in un lavoro che Oskar Morawetz ha composto espressamente per lui, il Concerto per fagotto e orchestra da camera. Nel 2007 ha eseguito Five Sacred Trees (Concerto per fagotto) di John Williams, diretto dal compositore stesso.
McGill si dedica anche all'arte dell'insegnamento, ed è autore di Sound in Motion: A Performer's Guide to Greater Musical Expression (Indiana University Press). Ha inoltre registrato un cd di brani orchestrali per fagotto, con commento ai brani proposti. La sua carriera accademica vanta incarichi in importanti atenei, tra cui Indiana University, DePaul University, Roosevelt University, Cleveland Institute of Music e Università di Toronto. Dall’autunno 2014, insegna fagotto presso la Bienen School of Music della Northwestern University.
Tra le sue più importanti collaborazioni musicali si sottolineano quelle con Riccardo Muti, Daniel Barenboim e Christoph von Dohnanyi. McGill è un appassionato ammiratore delle incisioni di Maria Callas e del violinista Fritz Kreisler.