© Luca Concas

Et manchi Pietà
Ispirato a Artemisia Gentileschi e alla musica del suo tempo

Accademia d’Arcadia
Silvia Frigato soprano
Alessandra Rossi Lürig spinetta, concertazione e arrangiamento musiche
Davide Monti, Gian Andrea Guerra violini
Valentina Soncini viola
Claudia Pasetto viola da gamba
Nicola Brovelli violoncello
Matteo Cicchitti violone
José Manuel Fernández Bravo flauti
Pietro Modesti cornetto
Marta Graziolino arpa barocca
Giovanni Bellini tiorba e chitarra barocca
Matteo Rabolini percussioni
Luigi Accardo cembalo

video a cura di Anagoor
regia e montaggio Simone Derai, Marco Menegoni (Leone d’Argento Biennale di Venezia, sezione Teatro 2018)

musiche di Claudio Monteverdi, Giovanni Maria Trabaci, Barbara Strozzi, Lorenzo Allegri, Luigi Rossi, Tarquinio Merula, Giovanni Battista Fontana, Andrea Falconieri, Stefano Landi, Dario Castello


Orfana di madre, formatasi a Roma nella bottega del padre Orazio, in un rapporto paritario con i fratelli e gli apprendisti maschi, quando fu violentata dal collaboratore del padre, Agostino Tassi, Artemisia fu sottoposta a un duro processo in cui la si accusava di immoralità mettendo in dubbio anche l’onestà di Orazio. Pur avendo vinto la causa, abbandonò Roma e mantenne sempre rapporti conflittuali col padre, che tuttavia, consapevole del suo talento, la sostenne sempre presso i propri committenti, arrivando a chiamarla con sé in Inghilterra alla corte di Carlo I per terminare insieme la sua ultima opera, Il Trionfo della Pace e delle Arti.
È ad Artemisia Gentileschi, alla sua vita e alla sua arte straordinaria che si ispira quest’opera video con musica dal vivo, ideata da Anagoor e Accademia d’Arcadia dopo la grande mostra che, nel 2011 a Palazzo Reale a Milano, ne ha decretato finalmente presso il grande pubblico quella fama per la quale il critico d’arte Roberto Longhi e sua moglie Anna Banti avevano gettato le basi quasi un secolo prima: lui in un saggio del 1916 sulla produzione artistica di padre e figlia, lei in un romanzo il cui manoscritto andò perduto durante la Seconda guerra mondiale, bruciato dalle truppe tedesche in ritirata, per poi essere recuperato alla memoria e riscritto dopo il conflitto.
Che in questo “ritratto” video la musica rivesta tanta importanza non deve stupire: Artemisia fu anche liutista ed ebbe occasione di intrattenere rapporti epistolari con importanti compositori del proprio tempo. Ed è proprio seguendo le musiche di quegli autori che si dipana il viaggio dell’artista da Roma attraverso le diverse città della penisola.

Programma di sala