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Giovanni Sollima

Cello Ensemble

con la partecipazione straordinaria di Enrico Melozzi

Leila Shirvani , Riccardo Giovine, Andrea Cavuoto, Carlo Maria Paulesu, Jacopo Francini, Andrea Rigano, Giovanni Inglese, Chiara Burattini , Irene Marzadori, Giovanni Crispino, Francesca Bongiorni, Theophane Ramet, Sofia Volpiana, Caterina Rossi violoncello

 

The best Rock riffes (arr. Enrico Melozzi)

Pearl Geminiani, Allegro (arr. Giovanni Sollima)

Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Preludio dalla Suite n. 1 per violoncello

Vincenzo Bellini (1801-1835)
Sinfonia da “Adelson e Salvini” (arr. Giovanni Sollima)

Domenico Modugno (1928-1994) – Pier Paolo Pasolini (1922-1975)
Cosa sono le nuvole (arr. Enrico Melozzi)

Henry Purcell (1659-1695)
Curtain Tune on a Ground
The Cold Song
Strike the viol
(arr. Giovanni Sollima)

Padre Komitas (1869-1935)
Krunk (arr. Giovanni Sollima)

Giovanni Sollima (1962)
Terra aria
Sirtaki

Queen
Bohemian Rapsodhy (arr. Giovanni Sollima)

Roger Waters (1943)
Another brick in the wall (arr. Enrico Melozzi)

Leonard Cohen (1934-2016)
Halleluyah (arr. Giovanni Sollima)

Nirvana
Smells Like Teen Spirits (arr. Giovanni Sollima)


A quattro anni dalla prima entusiasmante marea di corde, armonie e suggestioni che invase la città, tornano i violoncelli di Giovanni Sollima. Non sono cento – questo proprio non si può –, ma il vigore e la tenacia, la passione irresistibile e l’impertinenza interpretativa sono le stesse di allora. E ancora una volta questo strumento che diresti serafico e appartato, altezzoso e riflessivo, nelle mani e sotto la direzione del musicista siciliano diviene un grimaldello capace di aprire ogni porta ed entrare in comunicazione con il pubblico più ampio e diverso. Perché se la voce del singolo violoncello, così affine per timbro e tessitura alla voce umana, arriva sinuosa e quasi materna ad abbracciare l’ascoltatore, un vero e proprio Ensemble di violoncelli, che moltiplicandosi si specchiano l’uno negli altri, può catturarne l’emozione, travolgendolo. Soprattutto se alla guida di tutto siede Sollima: virtuoso di fama indiscutibile e compositore eseguito in tutto il mondo – anni fa la stampa statunitense non esitò a definirlo “the Jimi Hendrix of the Cello”, per le straordinarie qualità tecniche e interpretative, certo, ma anche e soprattutto per la capacità tutta sua di instaurare legami tra gli stili e gli ambiti culturali più diversi, ignorando ogni barriera di genere. Una forza dirompente, la sua, che attinge linfa vitale dalla tradizione classica, dal barocco alle avanguardie novecentesche, dai territori del rock, del jazz, come dal repertorio popolare della tradizione della sua terra. Parlando, appunto, a tutti.

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