© Zani-Casadio

“Requiem for a Dying Planet” cineconcerto

Musiche di Ernst Reijseger per il cinema di Werner Herzog

Ernst Reijseger violoncello
Harmen Fraanje pianoforte
Mola Sylla voce, xalam e m’bira
Cuncordu e Tenore de Orosei

Immagini tratte dai film: “The Wild Blue Yonder”, “The White Diamond”, “Cave of Forgotten Dreams” e “Nomad – In the Footsteps of Bruce Chatwin”


Foresta del Guyana: affascinato dalla cortina di nebbia della cascata, il regista si dispone a catturare ciò che vi si cela; prepara la telecamera, ma dichiara che non includerà quelle immagini in The White Diamond, per non violare l’integrità e la potenza mitica della cascata. Quando all’opera c’è un regista come Werner Herzog, motivato da un’intensa, asciutta curiosità per tutto ciò che accade sotto il sole (e nelle tenebre), ma al tempo stesso consapevole dell’irriducibile misteriosità della natura, sia essa selvaggia o umana, è difficile immaginare quale musica possa innestarsi sui film documentari che Herzog ha dedicato al nostro pianeta, ma anche agli uomini che lo abitano, essi stessi territorio da esplorare e attraversare. Forse soltanto qualcuno come il compositore-violoncellista Ernst Reijseger – le cui formidabili capacità sanno addentrarsi nella regione liminale fra jazz, improvvisazione, musica da camera – poteva misurarsi con lo sguardo del regista tedesco, perché questi potesse, sono le parole di Herzog stesso per The Wild Blue Yonder, “usare l’immaginazione e il suono in un modo che non avete mai incontrato prima”. Il risultato è di ipnotica bellezza e stupefacente portata, un incontro ad armi pari fra cinema e musica, là dove il solenne incontra il prosaico, o – come accade in The Wild Blue Yonder – lo spazio filmato dalla Nasa si fonde agli abissi sotto la calotta antartica.

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