© Luca Concas
La battaglia di Lepanto
ideazione Gabriele Miracle
testo Gabriele Miracle e Mauro Morini
Gianluigi Tosto attore
La Pifarescha
Marco Ferrari bombarde, flauti, cornamusa, zurna, ney, kaval
Stefano Vezzani bombarde, flauti, flauto da tamburo
Mauro Morini tromboni, buisine, tromba da tirarsi, olifante
David Yacus tromboni, buisine, olifante
Gabriele Miracle tamburo militare, tamburello, cimbali, triangolo, castagnette, tapan, naqqarat, riqq, salterio
Fabio Tricomi viella, flauto da tamburo, marranzano, tombak, davul, tamburello, tamburino
musiche di Moritz von Hessen, Francesco Bendusi, Josquin Desprez,Tielman Susato, Guillaume Dufay, Jacobus Handl, Antonio Valente, Paolino d’Aquileia, Anonimi XV e XVI secolo
L’alba del 7 ottobre 1571, nel tratto di mare antistante la città di Lepanto, la Lega Santa, formata da forze veneziane, spagnole, napoletane, genovesi nonché dello Stato Pontificio, affronta l’armata turca e, dopo un lungo e sanguinoso combattimento, la sconfigge, decretando così la fine del predominio turco sul Mediterraneo.È questo l’episodio storico da cui, sotto forma di un ipotetico diario di viaggio, prende forma lo spettacolo: protagonista un uomo comune, un uomo di terra prestato al mare e quindi proiettato in una girandola di esperienze lontanissime dal suo piccolo mondo, ricco di semplicità e al tempo stesso povero umanamente, economicamente e culturalmente. Ma il racconto non è lasciato alle sole parole, perché il testo incontra la musica. E se la voce di Gianluigi Tosto inquadra gli avvenimenti, li arricchisce di aneddoti, testimonianze storiche e letterarie, restituendo lo sguardo e le sensazioni di quest’uomo protagonista suo malgrado di uno straordinario viaggio; le musiche scelte da La Pifarescha danno corpo alla dimensione stessa del viaggio in quel lontano secolo. Brani di estrazione colta rappresentano lo sfarzo delle corti europee e l’imponenza della Lega Santa, altri di tradizione popolare riportano invece al mondo del protagonista, mentre al Mediterraneo e a Lepanto si riferiscono quelli di tradizione balcanica e greca così come all’esercito turco alludono le fragorose fanfare dei Giannizzeri.