Madrigale per più “caminantes” con Gidon Kremer, per violino solo e otto nastri magnetici (1988)
violino Rephael Negri
regia del suono Francesco Giomi/Tempo Reale
introduzione di Enzo Porta
Una volta, a Toledo, Nono lesse sul muro di un chiostro l’iscrizione che diverrà il pensiero della sua ultima musica: “Tu che cammini, non vi sono cammini: occorre camminare”. Sognando.
L’utopia concreta di una musica radicalmente nuova è sempre stata il centro della riflessione teorica di Luigi Nono, per il quale la forma acustica, spaziale, determina il senso dell’opera musicale. Nel tempo della musica noniana, sempre “nostalgica, lontana, futura”, la lontananza (perfettamente udibile) da ogni inerzia, staticità e chiusura del nostro tempo, non solo musicale, la proietta in una dimensione ideale, etica, del tutto utopica. Di qui, nella Lontananza, la disposizione della parte del violino su diversi leggii: chi suona deve spostarsi seguendo percorsi non lineari, non precostituiti, muovendosi senza la necessità di una forma obbligata.