© Marco Borrelli

Ravenna Festival
Le vie dell’Amicizia
Un ponte di fratellanza attraverso l’arte e la cultura
XXVI edizione
Lourdes-Loreto

direttore
Riccardo Muti

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini 
Coro Luigi Cherubini 
Coro Cremona Antiqua
direttore Antonio Greco
Coro del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina “Taras Shevchenko”
direttore Bogdan Plish 

Antonio Vivaldi 
Magnificat in sol minore RV 611
per soli, coro, archi e basso continuo
Arianna Vendittelli soprano
Margherita Maria Sala contralto

Il corpo di Cristo
Canto tradizionale liturgico eucaristico ucraino del XIII secolo
Coro del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina “Taras Shevchenko”
solista Denis Krutko

Hanna Havrylec’ (Vydyniv 11 aprile 1958 – Kiev 27 febbraio 2022)
Preghiera alla beata Vergine
per coro a cappella
solisti Svitlana Semenyshyna e Milana Lomanova

Wolfgang Amadeus Mozart 
Concerto n. 1 per corno e orchestra in re maggiore K 412
Felix Klieser corno

Agur Maria
canto devozionale tradizionale basco alla Vergine Maria
voce Beñat Achiary

Myroslav Skoryk (Leopoli 13 luglio 1938 – Kiev 1 giugno 2020)
Melody… for an Angel per oboe, violino e bandura
coreografia di Olena Filipieva
oboe Dmytro Hudyma
violino Oleksandra Zinchenko
bandura Taras Stoliar
danzatori Tatiana Lyozova e Yaroslav Tkachuk
 
Giuseppe Verdi 
dai Quattro Pezzi sacri
Stabat Mater per coro e orchestra
Te Deum per doppio coro e orchestra
voce solista Arianna Vendittelli

Wolfgang Amadeus Mozart 
Ave verum corpus, mottetto in re maggiore
per coro, archi e organo K 618
coro bambini Vocincanto

con il contributo


Poche battute, scritte in maggiore, in cui risuona tutto il dolore del mondo, ma in cui al tempo stesso risplende anche tutta la speranza di cui l’uomo è capace: è forse nel celebre mottetto composto pochi mesi prima di morire che Mozart ci lascia il suo messaggio più alto, è lì che nella preghiera arriva a sfiorare il mistero stesso della musica. Ave verum corpus: è la pagina che Riccardo Muti, ancora una volta protagonista delle Vie dell’Amicizia, ha scelto per suggellare questo ennesimo “ponte di fratellanza”.
Del resto, dopo due anni di sofferenza in tutto il mondo, due anni di confusione e incertezza e limitazioni della libertà, la preghiera appare come il gesto più naturale, inevitabile, necessario. Ecco perché, dopo un quarto di secolo di “vie” tracciate a raggiungere popoli colpiti dall’odio, dal terrore, dalla furia degli elementi; dopo aver abbracciato nel segno pacificatore della musica genti ferite da guerre e secolari incomprensioni, oggi, mentre l’odore di guerra arriva fino a noi, il Festival approda a Lourdes e a Loreto, nei santuari simbolo della speranza cristiana, là dove accorre l’umanità più sofferente.
È in quelle piazze che risuoneranno la superba tensione espressiva del Magnificat vivaldiano, lo slancio naturale e cantabile del Concerto mozartiano affidato a Felix Klieser, il cornista straordinario, capace di superare i limiti imposti dal corpo, e la profonda intensità raggiunta da Verdi nell’esprimere il dolore della madre di fronte alla croce come la luce della speranza che trapela nel Te Deum. Alla ricerca, insieme ai più fragili, ai malati, ai disabili, di quel miracolo che va trovato dentro ognuno di noi – il miracolo della comprensione e dell’accoglienza reciproca.

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