© Marco Parollo
Uccelli
riscrittura da Aristofane
drammaturgia e regia Marco Martinelli
musiche Ambrogio Sparagna
con sessanta adolescenti, Istituto Liceale E. Pascal di Pompei, Istituto Superiore Tecnico-Tecnologico e Professionale “E. Pantaleo” di Torre del Greco, Dalla Parte dei Bambini, Foqus Fondazione Quartieri Spagnoli, Arrevuoto-Teatro di Napoli
Ambrogio Sparagna organetto
Erasmo Treglia violino a tromba, ciaramella, flauto armonico
Clara Graziano organetto, tammorra
Antonio “Lione” Matrone tammorra, grancassa
spazio e luci Vincent Longuemare
costumi Roberta Mattera
aiuto regista Valeria Pollice e Gianni Vastarella assistente alla regia Vincenzo Salzano
consolle luci Theo Longuemare
produzione Parco archeologico di Pompei
in collaborazione con Ravenna Festival, Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, Giffoni Film Festival, ERT/ Teatro Nazionale
un ringraziamento ai docenti delle scuole coinvolte
Aristofane non è polvere da museo: è un adolescente infuriato. Le sue pagine intrecciano palude e cielo, politica e desideri infiniti: e se si fanno “tradurre” dagli adolescenti, tornano in vita, come Marco Martinelli da trent’anni ci mostra con la non-scuola, che da Ravenna è approdata in Italia e nel mondo, raccontata nel suo Aristofane a Scampia appena premiato dall’Associazione dei critici francesi come “miglior libro sul teatro” del 2021. Uccelli ci parla della fuga dal mondo, il sogno di volare alto sopra le miserie del quotidiano, e al tempo stesso il pericolo che la rivoluzione possa trasformarsi nella più crudele delle restaurazioni. E ad ogni passo lo sfolgorio di un coro “colorato”, la fantasia comica intrecciata alla forza lirica dei versi, il fuoco centrale della musica e della danza.