Sala del Refettorio del Museo Nazionale, mercoledì 14 giugno ore 17.30
È dedicato a Pavel Florenskij, il “Leonardo da Vinci russo”, l’incontro di mercoledì 14 giugno nella Sala del Refettorio del Museo Nazionale alle 17.30 (ingresso libero). Ad illustrarne la figura, gli studi poliedrici e l’oblio a cui fu a lungo condannato dopo la fucilazione avvenuta l’8 dicembre del 1937 , nei pressi di Leningrado, è Natalino Valentini, studioso del pensiero filosofico-religioso russo e di teologia ortodossa, direttore dell’ISSR “Alberto Marvelli” di Rimini e San Marino-Montefeltro e docente all’Istituto di Studi Ecumenici di Venezia. Introduce Giorgio Gualdrini e la lettura di alcune pagine dalla vastissima produzione filosofica e scientifica e dalle struggenti lettere di Florenskij dalla prigionia è affidata alla voce dell’attrice Elena Bucci. Alla conferenza farà seguito una visita guidata a una selezione di preziose icone greco-ortodosse del Museo Nazionale.
Dalla riapertura degli archivi del KGB nei primi anni Novanta (che hanno consentito inoltre di verificare come egli abbia finito per accettare false imputazioni per consentire la liberazione di alcuni compagni di cella), la figura di Florenskij, che ai più è forse nota soprattutto per le pagine da lui dedicate allo studio delle icone, ha vissuto una sorta di renaissance, fatta di nuove edizioni delle sue opere, studi, convegni, corsi universitari. Natalino Valentini ha curato l’edizione italiana di numerosi scritti di Pavel Florenskij, tra cui le pagine autobiografiche dedicate ai figli, nelle quali la statura umana emerge altrettanto imponente quale quella di studioso.
Filosofo della scienza, fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, epistemologo, ma anche filosofo e teologo, teorico dell’arte e di filosofia del linguaggio, studioso di estetica, simbologia e semiotica, Pavel Florenskij nasce nel 1882. Con alle spalle una solida formazione matematica, è autore di una serie di importanti invenzioni tecniche nel campo della fisica, riguardanti in particolare le proprietà dei materiali elettrici ed isolanti. Cura inoltre centinaia di voci per la grande Enciclopedia Tecnica e, in qualità di ingegnere elettrotecnico, offre un fondamentale contributo al piano di elettrificazione della Russia. Contemporaneamente partecipa al vivace confronto teorico sulle arti, animato dalle più importanti riviste delle avanguardie russe, si affina negli studi filosofici e teologici, elaborando una sua teoria della conoscenza a partire da una rinnovata epistemologia del simbolo, unitamente a una critica radicale del razionalismo astratto, ma anche alla ricerca di nuovi modelli di ragione e di razionalità. Florenskij può essere considerato il pioniere di un nuovo orientamento di pensiero filosofico e teologico in grado di instaurare inediti rapporti con la cultura e la ricerca scientifica contemporanea, tenendo conto dei profondi rivolgimenti in atto. Ordinato sacerdote della Chiesa ortodossa, viene arrestato nel 1933 e condannato a dieci anni di lavori forzati, prima nel Campo siberiano di Skovorodino, poi nel terribile gulag delle isole Solovki, nel circolo polare artico. Verso la fine del 1937, il pensatore russo viene improvvisamente trasferito insieme ad altri prigionieri nei pressi di Leningrado, ove viene fucilato l’8 dicembre dello stesso anno, all’età di 55 anni.
La conferenza, organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale di Ravenna e l’Associazione Romagna-Camaldoli, fa parte del ciclo di incontri della sesta edizione di Via Sancti Romualdi dal titolo “Rumori del tempo fra riforma e rivoluzione”.
Info: 0544 249244