Ravenna Festival non poteva mancare all’appello per lo Speciale che Rai Cultura dedica al Sommo Poeta in vista del prossimo Dantedì, quel 25 marzo che dall’anno scorso è diventato giornata nazionale per celebrare il padre della lingua italiana: accanto agli approfondimenti affidati a dantisti, filologi e storici, c’è anche La vita nuova di Nicola Piovani, una commissione del Festival che ha debuttato nell’estate 2015 al Palazzo Mauro De André. Cantata per voce recitante, soprano e piccola orchestra, questa creazione originale ispirata all’omonima opera di Dante incastona i sonetti tra brani musicali, rispettandone ed esaltandone la forma; le parti che invece il poeta stesso definisce canzoni o ballate sono state messe in musica per la voce di soprano di Rosa Feola, che risponde all’interpretazione di Elio Germano, all’epoca al primo e folgorante incontro con la parola dantesca. Piovani stesso ha diretto l’Ensemble Aracoeli a cui si sono uniti strumentisti dell’Orchestra Giovanile Italiana. Le riprese del 2015 saranno trasmesse sabato 20 marzo alle 21.15 su Rai 5, con replica domenica 21 alle 16.10.
“La vita nuova è una partitura che scrivo con l’ambizione di raccontare in musica l’emozione che può ancora dare a un uomo del terzo millennio la lettura del capolavoro giovanile dantesco – spiegava Piovani in vista della prima – Mi affascina il grande stupore che questo racconto d’amore può ancora suscitare in noi, pensando alla vita reale del giovane Dante, una biografia piena di lacune. E proprio queste lacune ci lasciano lo spazio per immaginare cosa potesse essere quest’amore irreale, infantile, paradossale, per l’intravista Bice Portinari, in arte Beatrice. La musica che scrivo ha l’ambizione di cantare quello che questa storia d’amore riverbera dentro di me, un amore inumano, canalizzato in un altro amore: quello per l’endecasillabo, questo sì amore reale. Umano e divino insieme”. In venticinque sonetti, cinque canzoni e una ballata, collegati fra loro da prose, l’opera che Dante compose attorno al 1292 ruota infatti intorno all’amore del poeta per Beatrice, dal primo incontro al sogno premonitore della morte dell’amata e al proposito di Dante di non parlarne mai più finché non sarà in grado di dirne “quello che mai non fu detto d’alcuna”.