Un itinerario di eventi attraverso la storia millenaria di Ravenna
Immagina di poter salire a bordo di una macchina del tempo: immagina luoghi, testimoni di millenni di storia, dove hanno passeggiato imperatori e santi, poeti e artisti; immagina luoghi che la musica, il teatro, la danza tornano ad animare.
C’era una volta il mare a Ravenna: al Porto di Classe l’imperatore romano Augusto fa insediare la flotta che controlla tutto il Mediterraneo orientale e sempre qui sbarca Apollinare, primo vescovo della città e martire. C’era una volta – e c’è ancora – l’oro dei mosaici a illuminare volte, absidi e navate delle basiliche bizantine (San Vitale, Sant’Apollinare Nuovo, Sant’Apollinare in Classe) ed evocare le storie, i sogni e la fede di Galla Placidia, figlia e madre di imperatori e imperatrice lei stessa; di Giustiniano che fu imperatore di Bisanzio e di Teodora sua moglie che fu ballerina prima che imperatrice; del barbaro Teodorico che fu re degli Ostrogoti e del siriano Apollinare che fu discepolo di Pietro apostolo.
Forse proprio quei firmamenti di tessere rivelarono a Dante Alighieri il colore del Paradiso: di certo a Ravenna il poeta trascorse gli ultimi anni, accolto dai Da Polenta signori della città, passeggiò nelle pinete e pregò nella chiesa di San Francesco dove si sarebbero celebrati i suoi funerali. E lì accanto ancora riposa, cuore di un angolo di centro storico che è meta di pellegrinaggio per tutti gli amanti della lingua, cultura e letteratura italiane. C’era una volta un monastero, uno dei più grandi e maestosi dell’Ordine Camaldolese: oggi la Biblioteca Classense ospita una straordinaria e vasta raccolta di libri antichi, manoscritti, incisioni, mappe, fotografie. È invece un altro monastero, quello benedettino di San Vitale, che – da inizio Novecento – accoglie il Museo Nazionale, il cui nucleo primitivo è costituito dalle collezioni formate proprio dagli stessi camaldolesi cui si deve la nascita della Biblioteca. Tra i tesori custoditi al Museo anche il ciclo di affreschi trecenteschi staccati dall’antica chiesa di Santa Chiara, opera di Pietro da Rimini, e collocati nella Sala del Refettorio di San Vitale.
Le epoche si sovrappongono, stratificano, incontrano; la città trabocca di storia e l’immaginazione si popola di altri poeti ancora, altre musiche e altri canti: nel 1852 si accendono per la prima volta le luci in uno dei più eleganti teatri d’Italia, quel gioiello ottocentesco che è il Teatro Alighieri.
Ora non immaginare più: il Festival ti aspetta a Ravenna, nei teatri e nella basiliche, nei chiostri e negli antichi palazzi.