A distanza di un secolo, ricordare la Rivoluzione d’ottobre significa indagarne le straordinarie energie volte alla modernità come le cocenti disillusioni e gli orrori, raccogliendo ciò che resta oltre “il rumore del tempo” – titolo condiviso con il romanzo di Julian Barnes dedicato a Šostakovič, ma anche con le toccanti prose di Osip Mandel’stam. Tra rivoluzioni musicali e espressive, la dirompente carica dantesca appare amplificata nell’Inferno in cui il Teatro delle Albe chiama a raccolta l’intera città, mentre le nuove produzioni della Trilogia d’autunno si spingono fin “sull’orlo del Novecento”, gettando nuova luce sul verismo italiano: Cavalleria rusticana, Pagliacci e Tosca. Infine, l’avverarsi di un sogno: le Vie dell’amicizia conducono a Tehran, ancora Riccardo Muti, ancora nel segno di quella infallibile lingua comune che è la musica.
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29 Gennaio 2017