1783, Vienna: un giovane compositore incontra un poeta italiano; il nome del primo è Wolfgang Amadeus Mozart, quello del secondo Lorenzo Da Ponte. È fra i più felici incontri della storia del teatro musicale, un sodalizio che ci ha regalato quella che è da sempre, nel cuore degli appassionati, la trilogia lirica per eccellenza. E i dieci anni della Trilogia d’Autunno, che Ravenna Festival ha introdotto per la prima volta nel 2012, si festeggiano proprio con Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte, che si alterneranno sul palcoscenico del Teatro Alighieri, sera dopo sera, dal 31 ottobre al 6 novembre. La XXXIII edizione del Festival si corona così con tre produzioni, per le quali intreccia le proprie forze a due dei teatri più antichi d’Europa, lo svedese Drottningholms Slottsteater e l’Opéra Royal de Versailles. Sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini saliranno rispettivamente Giovanni Conti, Erina Yashima e Tais Conte Renzetti. Erina Yashima, che dirigerà Don Giovanni, ha partecipato alla prima edizione dell’Italian Opera Academy di Riccardo Muti nel 2015 e successivamente è stata sua assistente a Chicago; dopo esser stata assistente direttore della Philadelphia Orchestra, ora è primo Kapellmeister alla Komische Oper di Berlino. Giovanni Conti e Tais Conte Renzetti sono stati invece selezionati per l’edizione 2020 dell’Accademia.
“Sono titoli diversi, ma li portiamo in scena con coerenza estetica – sottolinea il regista Ivan Alexandre, che ha firmato lavori per la Staatsoper di Vienna, il Palais Garnier e la Mozartwoche di Salisburgo – raccontando la storia dello stesso personaggio: un libertino che chiamiamo Cherubino nella sua giovinezza, Don Giovanni in età adulta e infine Don Alfonso in età avanzata. Così il giovane innamorato dell’Amore diventa un rubacuori che, una volta invecchiato, spingerà i giovani a replicare i suoi vizi di un tempo. È come se un cuore solo battesse in tre petti diversi, un ‘ciclo del desiderio’ in cui ogni titolo può esistere anche a sé stante ma il presentarne l’intera sequenza, oltre a creare un insieme coerente, conferisce un significato particolare a ciascuna delle opere. Sono tre momenti di vita amorosa realizzati con lo stesso materiale, drammi familiari in cui la vita quotidiana diventa un’avventura straordinaria. Abbiamo voluto in qualche modo ritornare alla spontaneità dei teatri itineranti di un tempo: tavolini da trucco, servimuti e paraventi sono sparsi sul palco. Non ci sono quinte, nulla è appeso per aria (tranne qualche luce), non ci sono botole, solo poche strutture in legno e alcuni bozzetti su tele mobili.”
Nel corso di quattro atti, la storia de Le nozze di Figaro si sviluppa (e si attorciglia) attorno al tentativo del Conte di Almaviva – il cui ruolo è affidato al baritono Clemente Antonio Daliotti, già brillante protagonista di Transitus nella Basilica di San Vitale a giugno – di imporre lo ius primae noctis a Susanna (che ha il timbro inconfondibile di Arianna Vendittelli), cameriera della Contessa (Ana Maria Labin, acclamata interprete mozartiana) e promessa sposa del Figaro di Robert Gleadow, basso-baritono di origini canadesi. È invece il mezzosoprano italo-francese Lea Desandre a vestire i panni dell’indimenticabile Cherubino, tra le principali forze motrici del turbinio di mariti beffati, scaltre dame di compagnia, nobilastri…completano il cast Manon Lamaison come Barbarina, Norman D. Patzke come Bartolo e Antonio, Valentina Coladonato come Marcellina e Paco Garcia come Don Basilio e Don Curzio. Al fortepiano siede Lars Henrik Johansen, coinvolto anche per gli altri due titoli; i cori sono affidati alla compagnia di canto.
Là dove la Commedia dell’Arte incontra il soprannaturale e il lirismo proprio dell’opera “seria”, là dove tragico e comico convivono, là è Don Giovanni: tornano in scena Arianna Vendittelli e Robert Gleadow, rispettivamente come Donna Elvira e il servitore Leporello, mentre il protagonista eponimo è il baritono Christian Federici (già coinvolto nella Carmen della Trilogia 2019). Il suo Don Giovanni, destinato a un finale infernale dopo le scorribande erotiche e non, tenta di sedurre con l’inganno la Donna Anna di Iulia Maria Dan (promessa al Don Ottavio di Julien Henric) e finisce per ucciderne in duello il padre, il Commendatore affidato al basso Callum Thorpe, che nella sua Inghilterra collabora con la Royal Opera House, Glyndebourne e Opera North. Nello spirito della Commedia dell’Arte, che prevede l’avvicendarsi degli interpreti in ruoli diversi, Thorpe interpreta anche il contadino Masetto, mentre la sua sposa Zerlina – anch’ella oggetto delle mire di Don Giovanni – è Chiara Skerath. In questo caso Antonio Greco guida il Coro Luigi Cherubini.
La scuola degli amanti a cui fa riferimento il titolo del Così fan tutte ha un solo maestro: Don Alfonso (di nuovo Christian Federici) è architetto della scommessa che si trasforma in crudele burla; sua esilarante complice è la cameriera Despina, ovvero Miriam Albano, mezzosoprano per anni solista alla Staatsoper di Vienna. I giovani ufficiali Guglielmo e Ferrando che scommettono sulla fedeltà delle loro fidanzate sono Robert Gleadow e Anicio Zorzi Giustiniani, recentemente al Festival con Accademia Bizantina per Il Trionfo del Tempo e del Disinganno. Fiordiligi e Dorabella, che si fanno sedurre l’una dal fidanzato dell’altra, sono invece Ana Maria Labin e José Maria Lo Monaco, che – come Vendittelli e Zorzi Giustiniani – ha esordito al Festival all’interno del progetto dedicato alla Scuola Napoletana. Impegnato per questo titolo il Coro 1685 dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Giuseppe Verdi” di Ravenna, sempre preparato da Antonio Greco.
Le nozze di Figaro – lunedì 31 ottobre ore 20.30
Don Giovanni – martedì 1 novembre ore 20.30
Così fan tutte – mercoledì 2 novembre ore 20.30
Le nozze di Figaro – venerdì 4 novembre ore. 20.30
Don Giovanni – sabato 5 novembre ore 20.30
Così fan tutte – domenica 6 novembre ore 15.30
Info e prevendite biglietteria Teatro Alighieri: tel +39 0544 249244 email tickets@ravennafestival.org